La televisione pubblica e privata e molti giornali sono più che mai ridondanti di fiction, trasmissioni ed articoli sul fascismo, quasi fosse il tema del giorno, come alcuni pensano, a mio avviso, sbagliando. Forse si può dedurre che i conti storici con il fascismo non siano stati fatti nei tempi dovuti e che ci trasciniamo la questione dal 1945/46. L’attenzione di oggi appare motivata da ragioni squisitamente politiche e non storiche, anche se Croce pensava che la storia è sempre storia contemporanea. Sul tema dei conti con il fascismo ho scritto più volte su questo giornale ed ho ripreso l’argomento nel mio ultimo libro, ma penso sia utile ritornarvi sopra per evidenziare due anomalie trascurate che hanno impedito di farli a suo tempo: troppi fascisti (milioni di persone) sono diventati in pochi giorni nel 43/45 antifascisti, l’amnistia di Togliatti del 1946 finì di mettere sullo stesso piano i fascisti e i partigiani responsabili di fatti cruenti “non particolarmente efferati”, un’ espressione letterale piuttosto ambigua e in effetti un po’ vergognosa della legge di amnistia del ‘46. Così dopo poco tempo tutti i gerarchi fascisti fruirono dell’amnistia. Si era iniziato nel 1944/45 a parlare di epurazione che non venne mai fatta seriamente, e si finì nell’amnistia interpretabile anche come pietra tombale della guerra civile. L’epurazione che puzzava di giacobinismo e che trovò scettico Mario Pannunzio, in realtà colpì quasi soltanto i pesci piccoli. Il fascismo incominciò ad essere in parte storicizzato da Renzo De Felice e Claudio Pavone che parlò della Resistenza come “guerra civile“.
Ogni tanto qualcuno urlò al lupo fascista, spesso solo per ragioni elettorali. La legge Scelba contro il rinato partito fascista di fatto non venne di fatto mai applicata come anche la successiva Legge Mancino. Nacque l’antifascismo parolaio a costo zero dei venditori di fumo ideologico, quelli sopravvissuti fino ai nostri giorni e più che mai in agitazione oggi contro l’attuale governo. Il MSI a suo tempo si conquistò il diritto ad esistere attraverso il consenso elettorale e nessuna persona seria pensò mai di metterlo al bando come in Germania si fece col partito comunista. Il MSI tra i partiti fu quello ,almeno apparentemente, più democratico con congressi in cui si dibatteva e ci si scontrava anche duramente. I dibattiti interni al MSI rivelarono una dialettica tra camerati non da poco.
Ci fu un tempo in cui molti partigiani vennero messi in soffitta in quasi tutti i partiti: due veri eroi della Resistenza come Silvio Geuna e Valdo Fusi non andarono oltre la prima legislatura finita nel 1953. Restarono solo i comunisti che ebbero facile gioco nel monopolizzare la Resistenza come avevano predetto Croce e Pannunzio. Questa è una realtà che molti fingono di non vedere e che grava anche sull’oggi. Nessuno ha mai pensato ad una pacificazione nazionale perché il clima della pregressa guerra civile serviva a tanti. Una guerra civile durissima e sanguinosa (che ebbe strascichi anche nel dopoguerra con il triangolo della morte) che in larga misura si concluse con l’amnistia di Togliatti il quale forse fece bene a guardare le cose con un realismo un po’ cinico e a trarne le dovute conseguenze. Chi dice che la Meloni è fascista ,forse necessita di un rapido corso di recupero di storia contemporanea proprio su questi temi.