Eccoci a un nuovo appuntamento con la rubrica “Cinema Tips” qui su Toscana Today e Pannunzio Magazine. Lentamente stiamo procedendo verso un ritorno alla normalità dopo la pandemia coronavirus e il mio augurio è che l’umanità intera inizi finalmente a capire quanto sia fondamentale riallacciare un rapporto vitale con la natura, dato che quest’ultima, se lo vuole, può essere furiosa. Per tali motivi, questa settimana ho deciso di dare spazio a un lungometraggio particolare e allo stesso tempo affascinante perché ci fa letteralmente immergere in una situazione sociale molto lontana dalla nostra. Sto parlando del film “10 Canoe”.

Film di produzione Australiana del 2006, vede la regia a quattro mani di Rolf de Heer e Peter Djigirr. È il primo lungometraggio della storia del cinema a essere interamente realizzato in aborigeno. La trama si svolge all’interno di una tribù dell’Australia e si è ispirata a una fotografia scattata nel 1936 dall’antropologo Donald Thomson raffigurante 10 aborigeni della tribù Yolngu che vogano in canoa. Il lungometraggio ha vinto il Premio Speciale della Giuria “Un Certain Regard” al Festival di Cannes 2006.

La trama è molto semplice e pensata appositamente per sensibilizzare il pubblico di massa sull’importanza della salvaguardia degli usi, dei costumi e dei valori facenti parte di queste tribù aborigene risalenti all’epoca primitiva, il tutto naturalmente se non provoca particolari danni nei confronti di uomini, donne o bambini. Il tutto parte con una storia d’amore in cui un giovane uomo desidera una delle mogli del fratello. Per dargli un insegnamento e vivere correttamente secondo le loro tradizioni un anziano gli racconta una storia ancestrale in cui vengono svelate le leggi tramandate oralmente del corso di secolari generazioni. In mezzo, una serie di situazioni piene di emotività e fascino, ma al contempo percepiamo anche l’importanza della natura incontaminata di quei luoghi per quelle società.

Siamo decisamente lontani dalla razionalità e dalla rapidità a cui la nostra quotidianità è abituata, per non dire abindolata, a seguito anche di una società basata sul consumo sfrenato e sull’uso eccessivo della tecnologia. Sicuramente la nostra evoluzione ci ha comportato molti vantaggi, ma allo stesso tempo diversi punti negativi, come ad esempio l’eccessiva comodità e il fatto di poter ottenere tutto ciò che si desidera, purtroppo spesso anche con una forza brutale di origine antiche. Le nostre origini, quindi, non sono così diverse dalle tribù ancestrali, ma è necessario capire quanto sia importante comprendere il loro valore ed eventualmente intervenire a salvaguardia dei diritti di un umano laddove viene colpito in maniera pesantemente eccessiva.

E cosa dire della natura incontaminata? Un valore aggiunto, che ci fa capire quanto l’uomo moderno debba assolutamente tornare a valorizzare il suo legame antico con la natura, la quale ci dona, ma può anche distruggere e toglierci se abusiamo di lei. E negli ultimi anni, l’umanità l’ha eccessivamente abusata.