Avevo iniziato a scrivere questo articolo il 13 giugno. Ma, arrivata alla fine, avevo deciso di non pubblicarlo. Mi sembrava di non dire niente di nuovo. E, a mio avviso, non c’è niente di peggio che fare vuoti giri di parole, solo per imbrattare un foglio di inchiostro. Tuttavia, dopo aver visto le polemiche di questi giorni, ci ho ripensato. Perciò…buona lettura.

La scomparsa di Silvio Berlusconi, per quanto prevedibile, visto il suo stato di salute, ha colto tutti di sorpresa. Ma non i giornalisti. Già nella mattinata del 12 giugno erano stati pubblicati on-line i primi articoli in proposito. E via via le tipografie hanno stampato, il montaggio dei servizi si è fatto più frenetico e le linee telefoniche degli intervistatori sono diventate roventi, alla ricerca di testimonianze, aneddoti, racconti sull’ex-premier. Nel frattempo la news ha fatto il giro del mondo, mentre in Italia si è indetto il lutto nazionale e sono stati predisposti i funerali di Stato.

Ma più che parlare dell’ex-Cavaliere, questa cascata di opinioni-ricostruzioni-notizioni parlava della nostra Italia. Da un lato, in prima linea, i giustizialisti, spiaciuti più per l’inevitabile stop alle indagini e ai processi che per la dipartita dell’ex-Premier. Ed eccoli ad elencare tutte le prescrizioni e tutti i misfatti per i quali non aveva ancora ricevuto alcun avviso di garanzia o non era stato condannato. Dall’altro, i tifosi del Milan e del Monza, che hanno manifestato gratitudine sempiterna al Presidente che li ha portati a festeggiare importanti- e impensabili – traguardi sportivi, come l’approdo in serie A del Monza. Dall’altro ancora, i numerosi lavoratori intervistati, che, ovviamente, ne hanno riconosciuti i meriti imprenditoriali. Dall’altro, i fedelissimi, che hanno visto in lui una sorta di demiurgo della seconda Repubblica. Ci sono, poi, gli avversari politici storici e attuali, che, più o meno elegantemente, ne hanno riconosciuti i meriti.

Ed eccola lì, la nostra Italia. Divisa in tifoserie, alcune delle quali, purtroppo, non hanno ancora capito cosa sia il fair play, troppo prese a innalzare i propri cori ultras.