E’ scomparsa a Londra lo scorso 29 settembre Anita Garibaldi Hibbert, nata a Lugano nel 1937. Figlia primogenita del generale Ezio Garibaldi (sul quale si può leggere su questo stesso sito http://www.pannunziomagazine.it/ezio-garibaldi-di-achille-ragazzoni/), sposò nel 1948 l’alto funzionario del Foreign Office britannico Raymond Hibbert. Giuseppe Garibaldi era, quindi, suo bisnonno e lei fece molto, negli ultimi decenni, per ricordarne e tramandarne la memoria. Aveva molto fiuto e notevoli capacità nell’organizzare soprattutto manifestazioni popolari, cui partecipava sempre un grosso pubblico e che riscuotevano una grossa eco sui mezzi di comunicazione. Di argomenti garibaldini scriveva letteralmente dappertutto, ogni volta che ne aveva occasione: a me capitò, a breve distanza di tempo, di leggere un suo scritto, praticamente lo stesso, sia su una rivista rifacentesi ad un’associazione di ex-partigiani, sia su un giornaletto di estrema destra! In questo senso le andava riconosciuta una grande abilità, chapeau! Godeva anche di ottime entrature negli ambienti militari e proprio al Circolo Ufficiali di Bologna siamo stati assieme relatori ad un convegno in cui si ricordava l’impresa garibaldina delle Argonne e la morte in combattimento dei suoi zii Bruno e Costante. Fu autrice anche di libri che ebbero notevole diffusione, proprio perché scritti in uno stile volutamente colloquiale e divulgativo, per esempio una biografia di sua bisnonna omonima “La Donna del Generale”, pubblicata da Rusconi e “Nate dal Mare”, pubblicato da Il Saggiatore, in cui ricordi personali,storici e familiari si intrecciano attorno alla vita delle donne di Casa Garibaldi. La sua ultima opera, “Un Garibaldi contro il Patto d’Acciaio” esagera, sicuramente per amore filiale e ciò è comprensibile e perdonabile, l’azione di “diplomazia parallela” che il regime fascista fece fare ad Ezio Garibaldi, così come ad altri personaggi, quali per esempio Guglielmo Marconi e l’Ammiraglio Medico Aldo Castellani, per cercare di smussare gli angoli ed appianare discretamente le divergenze tra Italia e Gran Bretagna. Il libro potrà sicuramente servire come base per lo storico che in futuro si occuperà della questione, peraltro interessantissima, della “diplomazia parallela”. Di assai maggior rigore e spessore scientifico, per questo meno popolari, le iniziative promosse dall’Istituto Internazionale di Studi “Giuseppe Garibaldi”, la cui anima è Giuseppe, altro figlio di Ezio, di secondo letto. Ai familiari, parenti, amici ed estimatori, le sincere condoglianze del Centro Pannunzio per la scomparsa di questa infaticabile interprete ed erede della tradizione garibaldina.
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