A Milano il 29 aprile 1945, nei giorni successivi alla Liberazione, venne giustiziato con un colpo alla nuca il cieco di guerra e medaglia d’oro al Valor Militare Carlo Borsani, un poeta che scelse di stare con i ragazzi di Salò, per usare l’espressione di Luciano Violante, un errore commesso da circa mezzo milione di volontari della RSI. Borsani ritenne l’8 settembre 1943 un abominio e accettò la presidenza dei Mutilati e Invalidi di Guerra, ricoperta fino ad allora da Carlo Delcroix, che rimase fedele alla Monarchia. Nella Rsi diresse per sei mesi un giornale dal quale venne allontanato, perché la sua costante preoccupazione era la pacificazione, la riconciliazione tra italiani, espressa in un discorso da Giovanni Gentile, discorso che al filosofo costerà la vita a Firenze nel 1944. Borsani venne ammazzato da partigiani comunisti senza processo e il suo cadavere venne fatto girare per Milano su un carro della spazzatura. Un modo ignobile di oltraggiare un morto che può quasi essere paragonato all’ignominia di Piazzale Loreto.
Suo figlio Carlo, nato mesi dopo l’omicidio del padre, venne insultato da una professoressa di scuola media che si accanì contro di lui. Borsani salvò anche la vita di ebrei che sarebbero stati deportati e venne lanciata nel 2005, senza esitò positivo, la proposta di ricordarlo con un albero nel Giardino dei Giusti di San Siro. L’ex sessantottino e grande studioso di storia Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, la foresta dei giusti, accettò l’idea, dicendo che “i buoni non stanno da una parte sola“, ma poi questo atto simbolico venne bloccato dalla faziosità di altri. C’è da augurarsi che in futuro anche il Sindaco di Milano si ricordi di Borsani e che qualcosa in sua memoria venga posto, ad esempio, in piazza Susa a Milano, dove avvenne la sua esecuzione. Con il poco fiato che gli rimaneva in gola gridò “Viva l’Italia“ , stringendo la prima scarpetta di sua figlia. Sarebbe un atto di umanità e di riconciliazione come la lapide che ricorda Sergio Ramella, il ragazzo missino ucciso nel 1975 da estremisti armati di chiave inglese.