Credo che sia giunto il momento di raccontare la storia intercorsa tra il Centro “Pannunzio” e la fondazione Compagnia di San Paolo, che è andata avanti per tanti anni con presidenti come Onorato Castellino e Franzo Grande Stevens, che garantirono sempre un congruo contributo a sostegno del Centro “Pannunzio”, anche per merito del dirigente che intrattenne con lo scrivente costanti rapporti personali, il dottor Dario Disegni, attuale presidente della Comunità Israelitica torinese. Dopo di lui il direttore Piero Gastaldo, di origini remotamente “liberali”, molto presto archiviate, decise di dimezzare il contributo e poi di annullarlo quando era presidente l’avv. Angelo Benessia e Sindaco di Torino Chiamparino che, al termine del suo mandato, divenne incredibilmente presidente della Fondazione, prima di diventare presidente della Regione Piemonte. La protesta per l’esclusione del Centro “Pannunzio” venne silenziata da un capo di gabinetto del Sindaco di Torino, noto per mancare dei requisiti minimi per ricoprire questo incarico, che venne invece portato anche alla Fondazione bancaria dall’ex Sindaco. Rimanemmo senza il contributo e aprimmo una sottoscrizione interna per tamponare la falla improvvisa. All’arrivo di un nuovo presidente, il prof. Francesco Profumo che conoscevo personalmente e a cui il Centro attribuì anni prima un premio, quando era Rettore del Politecnico, scrissi una mail segnalando la situazione. Il prof. Profumo ricevette gentilmente quasi subito chi scrive e l’avv. Anna Chiusano, garantendo il suo fattivo interessamento. Non si presentò all’incontro la vice presidente della Fondazione Licia Mattioli che già come presidente dell’Unione Industriale aveva dimostrato la sua evidente, legittima antipatia verso il Centro “Pannunzio”, dal quale venne erroneamente insignita di un premio: una signora rampante che voleva diventare niente meno che presidente di Confindustria e persino, in subordine, cambiando schieramento, candidata Sindaco di Torino della Lega, destinata a inabissarsi nell’oblio. Il prof . Profumo mi fissò subito un appuntamento con un funzionario, il dottor Massimo Coda Spuetta che incontrai almeno tre volte, una anche al Polo del ‘900 (presente il presidente del Polo on. Sergio Soave) dal quale il Centro “Pannunzio” era stato escluso aprioristicamente, quasi la cultura liberale non appartenesse al ‘900. Il dott. Coda Spuetta, con un’algida gentilezza simile a quella dei funzionari del KGB, mi fece perdere tempo inutilmente, facendomi balenare anche l’ospitalità al Polo del ‘900 del Centro “Pannunzio”. Un progetto del Centro “Pannunzio” relativo a Carlo Casalegno presentato insieme a ISTORETO e Ordine dei giornalisti del Piemonte (il cui presidente allora era coniuge di una funzionaria della Compagnia San Paolo), coordinato scientificamente dal professore dell’Università di Siena Gerardo Nicolosi, a cui collaborò personalmente anche il prof. Luciano Boccalatte, direttore dell’ISTORETO del Piemonte, venne bocciato , senza la benché minima trasparenza perché non fu resa nota la commissione giudicatrice e il motivo della bocciatura. Ne scrissi al presidente Profumo, ma senza ricevere una risposta convincente. Per i cinquant’anni del Centro “Pannunzio” chiedemmo un contributo per sostenere la mostra storico -documentaria realizzata alla Biblioteca Nazionale Universitaria nel maggio 2018 , ma si fece vivo il dott. Coda Spuetta con una telefonata, pretendendo in cambio di un contributo poco più che simbolico l’intero archivio storico del Centro, una proposta di per sè assurda oltre che offensiva, che dava per scontata l’imminente e forse auspicata chiusura del Centro. Gli offrimmo l’archivio fotografico di 50 anni di attività, ma il dott. Coda Spuetta non rispose neppure alla nostra. Nel frattempo è passata la pandemia, ma la Compagnia di San Paolo è rimasta silente, ignorando che l’associazionismo culturale libero è stato fortemente penalizzato da questi due anni difficili. Ho rivisto recentemente Profumo per una conferenza di Prodi, è stato come sempre molto gentile, ma non era certo l’occasione di riaprire un discorso che intendo invece riavviare con questo articolo sulla rivista ufficiale del Centro “Pannunzio”, una rivista che basterebbe da sola a far capire cosa sia oggi il Centro che si è “inventato” una rivista on line nel gennaio 2020, conquistando oltre 150mila contatti in tutta Italia.
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