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La fiction su Leonardo da Vinci ha scatenato una polemica tra chi non condivide alcune varianti ipotetiche della sua vita ed il produttore della fiction che rivendica la libertà di riempire i vuoti con episodi di fantasia, che, fatalmente fanno più colpo sugli spettatori televisivi, probabilmente digiuni di letture appropriate dei personaggi storici oggetto di queste rielaborazioni televisive. Se la fiction ha raggiunto per questa puntata i sette milioni di spettatori, quanti invece leggono dei libri?’ Dire l’uno per cento, cioè settantamila, è già molto ottimistico, forse l’uno per mille per cui la verità rimarrà quella appresa dai telespettatori. Possiamo andare avanti così, tenendo conto che queste operazioni televisive, come in questo caso, hanno avuto un non indifferente aiuto dalla RAI, per un terzo del loro costo? Leggo che sono previsti altri lavori su personaggi come Michelangelo ed il Papa. Ora che anche grandi drammaturgi abbiano nelle loro opere teatrali dato una loro interpretazioni dei personaggi, come uno Schiller nel suo “Don Carlos”, ripreso da Verdi in una grande opera lirica, è assodato, ma tra il teatro ed i suoi spettatori che sono una platea molto ridotta rispetto all’attuale televisione c’è anche una differenza culturale che stimola la ricerca della effettiva realtà storica, non replicabile da milioni di persone. Il teatro dai greci, che lo inventarono, ha una sua validità non paragonabile ad altri mezzi di diffusione, per i quali, il cinema non è da meno, esiste una totale libertà, che in casi come questi diventa licenza, cosa ben diversa da quella,” libertà.. ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta”, come scrive il sommo Dante. Qui non c’entra lo stramaledetto Covid, che invece entra nella vita del teatro, bloccata da oltre un anno con motivazioni che non convincono perché, come giustamente hanno fatto rilevare registi ed attori come un Alessandro Gassman, figlio di una dei più grandi attori che abbiamo avuto o Gabriele Lavia che afferma , trovandomi pienamente d’accordo,: “I teatri sono fra i luoghi più sicuri, dove si possono rispettare le distanze in sicurezza, grazie ad un pubblico che è educato e corretto”.