Con Chiara Spadoni ci siamo conosciuti molti anni fa alla cerimonia del IV novembre quando con il Sindaco Enzo Canepa, partecipavo alla cerimonia della festa della Vittoria. Gentilmente Chiara mi aiutò ad indossare la fascia di cavaliere di gran croce che metto nelle cerimonie solenni quando vengo invitato a ricordare feste civili. In quella occasione scambiammo qualche parola che mi fece ricordare che Chiara l’avevo conosciuta anni prima ad un ricordo di Umberto II ad Alassio e alla presentazione del bel libro di Massimo Coco sulla tragedia che coinvolse lui e la sua famiglia con l’assassinio di suo Padre Francesco Coco procuratore generale di Genova ucciso dalle Br a cui intervenne il comune carissimo amico avv. Alfredo Biondi. Bastano questi elementi per cogliere la cifra di Chiara che sentiva da persona che era vissuta in Inghilterra come docente, l’orgoglio di essere italiana e di amare la Patria e la sua storia. Chiara fu con me nel Centro Pannunzio Alassino come protagonista e fu mia vice presidente della FIVL di Alassio ai tempi gloriosi del comandante e patriota Lelio Speranza . Il nostro era un mondo fatto di grandi ideali che Chiara ebbe il coraggio di manifestare sempre con coraggio e coerenza. Anche la devozione religiosa di Chiara mi fu di ammaestramento perché mi consentì approfondire il mio rapporto con Mons. Angelo De Canis che divenne mia guida spirituale nell’anno terribile della prima pandemia. Chiara fu determinante nella inaugurazione della piastrella dedicata al capitano Franco Balbis medaglia d’oro al Valor Militare, ex allievo del collegio salesiano di Alassio, fucilato al Martinetto di Torino. Ebbe una parte di rilievo anche per l’inaugurazione della targa in ricordo alla biblioteca di Alassio per Giovannino Guareschi e fu decisiva per l’inaugurazione di una panchina con il logo del Centro Pannunzio che la sua lunga malattia e una certa incuria hanno impedito di conservare nel modo più opportuno. Chiara ebbe anche un ruolo importante nella fondazione del Rotary di Albenga di cui fu Presidente ma da cui si distaccò in modo rapido. Abbiamo passato tante serate al ”Toscana” dove non riesco più andare senza di lei e persino abbiamo condiviso dei capodanni insieme. La sua compagnia era davvero unica come la sua raffinata eleganza. Su Facebook abbiamo condiviso tante idee in nome della libertà e dell’anticonformismo. I due lunghi anni della sua malattia mi avevano già privato della sua compagnia. Apprendere della sua morte mi riempie di tristezza. Un stella della mia vita si spegne per sempre. E’ un dolore grande. Fui io a ricordare nella chiesa francescana di Alassio la morte di suo marito, medico insigne anche lui colpito da una grave malattia. Per ricordare Chiara vale oggi solo una preghiera e l’amico Mons. De Canis celebrerà una Messa in suo suffragio. Il modo migliore per ricordare un’anima eletta e un’amica gioiosa davvero fuori ordinanza. La sua elegante e raffinata figura resterà nella nostra memoria come il simbolo di una Torino e di una Alassio che non ci sono più e che vedevano in suo padre l’avvocato torinese che aveva scelto di vivere Alassio il simbolo di uno stile oggi scomparso.
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