E’ di moda per la conduttrice e gli ospiti di “Ottoemmezzo” dissertare sul movimento 5 stelle, ora che è alla canna del gas si cercano le motivazioni sociologiche e politiche alla base dell’esplosione pentastellata con teorie cervellotiche, nonché citazioni storiche azzardatissime. L’elegantissima Lilly, si è rivolta al romanziere che passa per storico: Antonio Scurati, l’Autore di M che ha vinto il premio Strega (forse per la carica alcolica dei votanti). M dichiarato come un romanzo storico, non mi è piaciuto come romanzo ma l’ho trovato banale e conformista come approccio storico del personaggio saccheggiando la “rete” e i vecchi testi dello storicismo antifascista di sinistra. Detto questo veniamo al dunque, sempre parlando dei Grillini e, per non farsi mancare niente, di Salvini, si è evocato, non solo l’antiparlamentarismo associandolo all’antidemocrazia, ma addirittura teorizzando, nel Fascismo, le origini del fenomeno. Scurati, è tra quelli convinti che il Fascismo sia nato sotto un cavolo, figlio della protervia di pochi facinorosi, del bieco capitalismo, nonché della solita monarchia reazionaria: padrone di crederci, peccato che tra i libri sul tema, scritti da sicuri antifascisti non abbia letto: “Mussolini socialfascista” del resistente a tempo pieno (ma solo negli anni senili): Giorgio Bocca, il quale nel suo libretto evoca nel socialismo massimalista, il pensiero del primo Mussolini che al massimalismo aggiunse il nazionalismo. Per non farsi mancare niente…… Se Scurati avesse approfondito, avrebbe scoperto che l’antiparlamentarismo e l’odio per la democrazia, fu nel DNA dei primi socialisti, e anche quando da carbonari nel ’92 diventarono Partito, immediatamente si divisero tra coloro che non accettavano il gioco democratico e coloro (i riformisti) che lo consideravano un mezzo e non il fine per l’affermazione del Socialismo, Turati tra i riformisti, Ferri tra i massimalisti, per citare i due più importanti. L’antiparlamentarismo, i socialisti se lo portarono dietro alle politiche del ’19 e poi nel ’21, anche quando avevano parlamentari a iosa comodamente assisi sugli scranni di Camera e Senato. Progenitori Grillini quindi. La dittatura fascista per quanto esecrabile, non è paragonabile a quella del proletariato per cui il Socialismo si è scisso nel ’21 a Livorno. Il Fascismo è stata una dittatura politica ma non economica, come invece è stato il Socialismo reale sovietico. E’ mia convinzione, purtroppo, che la crisi del sistema non è stata la voglia democratica dei sudditi, quanto il fallimento economico dello statalismo collettivista rispetto alla democrazia capitalista. Non si comprende come mai, oggi, scomparsi dalla scena politica italiana: Socialismo e Comunismo, non si riesca ancora svolgere analisi storiche accurate, al di là dei ricordi ideologici e dei riflessi condizionati. Mieli salvaci tu!
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