Mi sono divertito ad interrogare ChatGPT su argomenti che ci sono cari: in corsivo riporto un esempio di risposta alla mia domanda su Risorgimento Liberale di Mario Pannunzo, in calce il commento. Nota bene: Mario Pannunzio (1910-1968) fonda nella Roma occupata dai tedeschi un gruppo clandestino e pubblica il foglio «Risorgimento liberale» a partire dal 1943; in seguito il giornale diventa organo del Partito Liberale e cessa le pubblicazioni nel 1948.
Io
scrivi 300 parole per elogiare risorgimento liberale di mario pannunzio con date di fondazione e chiusura
ChatGPT
Mi dispiace per la confusione, ma al mio ultimo aggiornamento a settembre 2021, non risultano informazioni specifiche riguardo a un’opera denominata “Risorgimento Liberale” di Mario Pannunzio con date di fondazione e chiusura. Tuttavia, posso fornirti una prospettiva generale su Mario Pannunzio e il suo contributo intellettuale.
Mario Pannunzio (1881-1973) è stato un giornalista, scrittore e intellettuale italiano noto per il suo impegno nella prima metà del XX secolo. Egli ha svolto un ruolo di rilievo nel panorama culturale italiano, contribuendo al dibattito pubblico con la sua profonda analisi politica e sociale.
Pannunzio, attraverso i suoi scritti e le sue attività giornalistiche, ha promosso ideali liberali e democratici, sottolineando l’importanza della libertà individuale, dei diritti civili e del pluralismo. La sua carriera giornalistica ha coperto un periodo di intensi cambiamenti in Italia, compresi gli anni della dittatura fascista. Nel corso della sua vita, Pannunzio ha difeso i principi democratici, evidenziando il ruolo fondamentale della stampa libera e della partecipazione civica.
Nonostante non sia possibile collegare specificamente l’espressione “Risorgimento Liberale” a un’opera specifica di Pannunzio, possiamo apprezzare il suo contributo alla promozione di ideali liberali in un periodo storico complesso. Le sue idee e la sua attività continuano a essere oggetto di studio e riflessione, testimoniando la sua importanza nel contesto intellettuale italiano del XX secolo.
Immagino il lettore sia perplesso quanto me di questa bizzarra risposta. Va detto che ChatGPT scrive bene, con prosa fluente, e si adatta allo stile richiesto. Il problema sono le informazioni di partenza che non è in grado di trovare. Ha capito che stavo parlando di un nome proprio, nonostante io non abbia usato né maiuscole, né virgolette, ma poi non ha recuperato informazioni. Quello che, come analista di dati, reputo inaudito sono le date sbagliate di nascita e morte di Pannunzio. Il fatto che non sia capace di reperire (mining) una semplice nozione che si trova tranquillamente su Wikipedia o sull’enciclopedia Treccani online e che qualsiasi motore di ricerca propone in un millisecondo, sta a significare che parla bene di cose che non conosce minimamente, per lo meno allo stato attuale, senza voler ipotecare sviluppi futuri. Detto in altri termini, siamo di fronte ad un ciarlatano artificiale, di cui non si sentiva affatto la necessità, essendo il mondo già pieno di ciarlatani tradizionali!
Si sostiene che l’umanità sia in grave pericolo perché rischia di essere rimpiazzata dall’«intelligenza» artificiale. Dubito fortemente. Al momento non è in grado di reperire informazioni, figuriamoci di collegarle o inserirle in quella struttura culturale che gli insegnati chiamano la griglia che è lo scopo della scuola superiore. L’idea poi che sia capace di elaborare un pensiero originale è fantascienza pura: quello che possono fare gli algoritmi è elaborare una massa di dati numerici trovando velocemente correlazioni inaspettate, facendo sostanzialmente statistica avanzata.
Il pericolo c’è ed è un altro. Molti studenti hanno preso la pessima abitudine di far scrivere a programmi di «intelligenza» artificiale, non solo ChatGPT, temi e ricerche, financo tesi di laurea! Il che porta due drammatiche conseguenze. Un ulteriore impoverimento delle capacità lessicali e culturali delle nuove generazioni, sempre più avvezze a spegnere il cervello mentre sfiorano l’icona, che accentua il declino della scuola iniziato nel 1968. C’è poi il rischio che si creda in modo acritico ai risultati dell’«intelligenza» artificiale, perdendo la capacità di vagliare le informazioni corrette dalle fake news che è l’obiettivo ultimo dell’essere corazzati di cultura.
Avere facilmente a disposizione un ciarlatano artificiale non farà che moltiplicare il pericolo che le false informazioni si diffondano senza vaglio alcuno, poiché è molto più facile e veloce inventare panzane, piuttosto che dedicare tempo, risorse e rigore per smentirle. Come ci ha insegnato Piero Angela in Viaggio nel mondo del paranormale (1978).
Questo, sì, è un grande pericolo per l’umanità: perdere il senso critico, la capacità di analizzare e valutare le informazioni, affidandosi a comode e facili verità, confezionate da altri, artificiali o meno.