“Amici, ci aspetta una barca e dondola
nella luce ove il cielo s’inarca
e tocca il mare,
volano creature pazze ad amare
il volto d’Iddio caldo di speranza
in alto in basso cercando
affetto in ogni occulta distanza
e piangono.
Noi siamo in terra
ma ci potremmo un giorno librare…”
( Da “ Alla vita” di Mario Luzi)
Quando eravamo piccoli, pensavamo che i nostri genitori si occupassero di tutto. Nell’ingenuità dei primi anni guardiamo alla vita, alla sua forza e consideriamo molti contatti sociali sinonimi di amicizia, i primi turbamenti ormonali sinonimo di amore, prendiamo cioè contatto con due sentimenti puri per eccellenza. Poi diventiamo adulti, con il tempo impariamo la definizione di amicizia nella sua accezione più vera, che trovo nella celebre frase di Albert Camus: “ Non camminare dietro a me, potrei non condurti. Non camminare davanti, potrei non seguirti. Cammina soltanto accanto a me e sii mio amico.” Ma non è detto che sappiamo mettere in pratica questo nobile ed istintivo intento, non è detto che sappiamo distinguere con apertura mentale chi in effetti può esserci amico nel reciproco rispetto. Con un amico vero non ci dovrebbe essere bisogno di scusarsi, niente da dimostrare, con lui/lei dovremmo trovare sempre la pace. L’amicizia è un sentimento antico come la storia della civiltà, ma può capitare di sbagliarsi e considerare amica una persona che non ricambia il nostro sentire. Può capitare di rendersi conto solo in un secondo tempo che ciò che tu faresti per lei pur coi tuoi mille difetti, lei non farebbe per te. Può capitare di appoggiare la mano su un formicaio di formiche rosse. Non è colpa della mano, non è neanche colpa delle formiche rosse. In tutta evidenza, una mano maldestra e le formiche rosse non possono legare tra loro. Così, pur volendo in modo eroico come suggerisce Pitagora nei suoi pensieri sull’amicizia, “scrivere le colpe di un amico sulla sabbia” bisogna essere in due a volerlo. La naturalezza a mio modo di vedere è essenziale: se devi lavorarci su, se il rapporto viene infangato da dubbi e interpretazioni negative non sarà mai più amicizia. Gli amici, semplicemente, si accettano tra loro per quel che sono. Nel mondo turbato che ci affligge, ora più che mai, meglio meditare un poco sulle emozioni amiche e su quelle nemiche. Salvaguardare sempre la propria dignità è un caposaldo perché il rispetto per l’amico comincia dal rispetto per se stessi . Solo lavorando sulle proprie emozioni amiche, sul voler bene, si può accogliere e far nostro l’invito di madre Teresa di Calcutta: “ trova il tempo di essere amico. È la strada della felicità.”