I figli di Luigi Firpo Alessandro e Massimo hanno pubblicato dall’editore Aragno una corposa storia della UTET in cui massacrano letteralmente il padre con una serie di notizie e notiziole che finiscono nella bega famigliare e nel pettegolezzo quasi inverosimile. Il Prof. Firpo fu per breve periodo presidente del Centro Pannunzio ed alcuni di noi, già suoi allievi universitari , ebbero modo di conoscerlo anche in quella veste. Fu un’esperienza non bella, anche se nella mostra per i cinquant’anni del Centro i curatori passarono sopra a certe vicende e dedicarono anche a Firpo uno spazio del tutto asettico. Il libro dei gemelli Firpo non consente di tacere perché davvero la sua presidenza fu un’esperienza molto difficile, anche perché la seconda moglie di Firpo tentò di intromettersi nelle questioni del Centro in modo abbastanza pesante. Firpo fu sfiduciato da un’assemblea associativa per il coraggio dell’avvocato Giacomo Volpini che affrontò il presidente che alzava la voce, in modo molto fermo e deciso. Io-confesso- tentai di mediare inutilmente, come il mio ruolo mi imponeva. Ho ricevuto  in questi giorni decine di lettere  che contribuiscono a distruggere ulteriormente il prof. Firpo  sull’onda di quanto scritto dai due figli. La figura  del prof. Firpo ne esce devastata  anche per il suo passato fascista molto peggiore di quello che si pensava. Noi eviteremo di gettare altra benzina sul fuoco, anche se ne avremmo parecchia. Ma ci domandiamo se abbia ancora un senso una fondazione a lui intitolata. Forse sarebbe  utile scioglierla e mandar a casa tutti. Potrei aggiungere anch’io personalmente aneddoti su Firpo e la sua seconda consorte, ma non è il caso di aggiungere altro. E’ meglio che cali un silenzio pietoso  su Luigi Firpo,  malgrado il libro un po’ “maramaldesco“ pubblicato da Aragno che come editore corsaro  non finisce mai di stupire. La sua opera di studioso è già da tempo archiviata  nell’oblio e questo è l’aspetto importante. Il resto finisce di essere un po’ un codardo oltraggio ,come fu un servo encomio quello di  tanti anni fa di molti  allievi, d’Orsi in testa, il gramsciano per eccellenza. Precisando ovviamente che Firpo non fu certo Napoleone.