È ritornata puntuale, succede ad ogni cambio di Ministro, la polemica sulla gratuità o meno degli ingressi ai Musei. Scrivo, è ritornata, perché si affacciò, anche quando ero Presidente di Italia Nostra Torino ed io espressi senza alcun dubbio ed esitazione, la ferma convinzione che per entrare in certi luoghi della Cultura, fosse giusto pagare. Non certo nelle Biblioteche, anche se in talune di queste, tanta è la bellezza, che vi ci si perde,  da dimenticarsi quasi di consultare i libri. Mi riferisco, prima fra tutte, alla famosa Biblioteca Marciana del Sansovino con opere del  Tiziano, Veronese, Tintoretto, ma poi con un lunghissimo elenco da Bressanone a Napoli con la Gerolimini. Il dibattito viceversa è sui Musei per i quali ho sempre asserito, da tempi ormai lontani, quanto sia eticamente, socialmente giusto pagare per goderne lo “spettacolo”. Perché di questo si tratta, il contenuto e quasi sempre anche il contenitore, danno appagamento e godimento al pari di un film, di uno spettacolo teatrale, di un concerto. Nessuno obietta per questi luoghi del prezzo dei biglietti, pensiamo alle cifre esorbitanti delle rappresentazioni liriche o ancor più di quelle rock. Si dirà  che hanno alti costi ma anche i Musei, con la manutenzione ordinaria e straordinaria della parte architettonica, trattandosi di edifici storici, con la cura delle tele, e poi i costi della sorveglianza e vigilanza. Inoltre, aggiungo io, un altro fattore, quello psicologico, si da valore a quello che si paga: un’auto, una casa, il cibo. Più lo paghi più lo rispetti, in quello spazio temporale che entri, per un’ora o più, lo senti anche un po’ tuo. Se pensiamo poi che una semplice pizza costa, 20 euro ma può arrivare a più di 100 per quelle stellate, uno scrigno di appagamento sensoriale puro, ne costa mediamente otto. Chi fa demagogia pura sulla gratuità sbaglia, non è il prezzo che non invoglia ad entrare ma la non abitudine e la non  trasmissione di  amare e di sapere di arte nella scuola. Il pensare poi a luoghi tristi e polverosi fa anche, per cui ho sempre lottato contro i Talebani della Cultura che vogliono Musei gratis senza sponsor, inorridendo all’intervento di privati, ad esempio con le contaminazioni della Moda, non sapendo che all’estero molti Musei vivono grazie alle donazioni. Ecco costoro che adesso ripropongono la gratuità, in modo tale che sia solo lo Stato, oberato da debiti, a  pagarne il mancato incasso, sbagliano. Un’assurdità pericolosa, socialmente e psicologicamente che deve essere respinta con la forza della ragione e del sentimento di Bellezza  che i Musei suscitano.