1,999 utenti hanno letto questo articolo
Tutte le Istituzioni, laiche e religiose, dovrebbero averlo in dotazione. Utile per programmare le visite ufficiali, indispensabile per assegnare i posti alle autorità che intervengono ad una cerimonia. Il cerimoniale di Stato – IL CERIMONIALE, Il cerimoniale moderno e il protocollo di Stato (Massimo Sgrelli, Master Edizioni) – di questo stiamo parlando, è una pubblicazione che raggruppa una serie di regole, anche non scritte, sconosciute alla stragrande maggioranza dei cittadini ma ben presenti in chi, per la funzione che svolge, deve organizzare la visita di un Capo di Stato, un pranzo di gala, la partecipazione del Sindaco, del Vescovo o del Prefetto ad una cerimonia ufficiale. Non sono ammessi errori, per evitare brutte figure o, nel peggiore dei casi, incidenti diplomatici. Su questo prezioso volume scoprirete un mondo riservato agli specialisti: non per questo è privo di interesse e di curiosità. E’ pur vero che il Cerimoniale non deve essere confuso con il Galateo, che riguarda la persona nella sua individualità, ma è del tutto evidente che, per gli addetti ai lavori, ne sottintende la perfetta conoscenza. Nei secoli, le regole del Cerimoniale sono state influenzate da ragioni pratiche e d’igiene, estetiche, mistiche, politiche, sociali, ambientali, economiche e morali. Per approfondire l’argomento non resta che consultare il volume di Sgrelli, in questa rubrica tratteremo, sommariamente, i casi che riguardano cariche istituzionali: Presidente della Repubblica, Ministro, Prefetto, Sindaco, e massime gerarchie ecclesiastiche. Leggendo queste note, capirete l’importanza delle precedenze, dell’assegnazione di un posto a tavola e, più in generale, l’osservanza del protocollo come “regola delle relazioni ufficiali pubbliche”. Per incarichi ricoperti, chi scrive ha avuto modo di assistere a imbarazzanti, e ingiustificate rivendicazioni da parte di chi, in buona fede ma all’oscuro del protocollo, pretendeva di occupare il posto riservato al sindaco o sedersi al tavolo del vescovo. Si è fatto cenno a motivazioni igieniche e pratiche tra i fondamenti delle regole del cerimoniale. Non dovete sorprendervi. Se risaliamo ai secoli passati, almeno fino all’utilizzo delle posate individuali e di servizio, la minestra si assumeva direttamente dalla zuppiera con cucchiaioni utilizzati da più commensali. Nel Seicento si distribuiscono finalmente cucchiai individuali e solo nel Settecento si creano le posate di servizio.