L’Istituto nazionale per la Storia del Risorgimento rischia di chiudere i battenti . E’ un’istituzione culturale importante che ospita anche il Museo centrale del Risorgimento. Ambedue hanno sede a Roma al Vittoriano, all’Altare della Patria, uno dei luoghi – simbolo della Nazione. Dopo tre anni di commissariamento da parte dell’ex prefetto Tronca, il ministro per i Beni Culturali non ha nominato ancora gli Organi direttivi e da luglio i sei dipendenti sono senza stipendio. Il museo centrale è chiuso da un anno a mezzo. Il tutto si inquadra nel disinteresse dimostrato verso il Risorgimento ormai da troppi anni con l’eliminazione delle cattedre di Storia del Risorgimento nelle nostre Università, trasformate in cattedre di storia contemporanea. Le sezioni locali dell’ Istituto non sono state rinnovavate e molte sedi sono vacanti ed alcune città capoluogo di provincia non vengono neppure più considerate come sedi vacanti, ma ormai inesistenti da anni. La colpa è dovuta alla gestione poco oculata dell’ Istituto imperniato su vecchie cariatidi incapaci anche solo di governare l’esistente. L’ultimo Presidente, il prof. Ugolini, è morto, lasciando irrisolti molti problemi che il commissario Tronca non ha, a sua volta, risolto.
Ad una gestione accentratrice e poco efficiente è subentrata una non gestione che i tre anni di commissariamento non hanno risolto. Oggi uno dei luoghi- simbolo della storia nazionale sono oltraggiati dall’oblio colpevole di un ministro che per ideologia e formazione culturale appartiene a quelle forze che furono estranee o contrarie al moto unitario del Risorgimento e che quindi vogliono scientemente lasciare nell’abbandono l’Istituto e il Museo. Da pochi giorni è stata lanciata una petizione su Change a cui il
Centro Pannunzio, nel solco della fedeltà agli ideali laici, risorgimentali e cavouriani a cui si richiama, ha subito aderito. Invitiamo i nostri lettori a firmare la petizione inoltrata al Ministro Franceschini su cui intera ricade da luglio la responsabilità del disastro. Da Torino capitale del Risorgimento deve partire il grido di dolore contro un disinteresse e un abbandono che offendono la migliore storia italiana e rivelano lo scarsissimo livello di chi oggi ci governa.
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