Riciccia l’ingegner De Benedetti, un vero patriota che fornì tecnologia a Breznev, per consentire ai missili SS-20 con testata nucleare di essere più precisi nel colpire l’Europa e l’Italia. Il geniale Leonid non gli diede un rublo, tant’è che, nella buffa stagione di  Gorbačëv, il debenedettiano De Mita lanciò la proposta di un piano Marshall, ufficialmente per consentire a Michail di “riformare” comunismo ed Urss, ufficiosamente per far avere all’Ingegnere il suo credito. La cosa puzzò al punto che il grande e nobile ambasciatore a Mosca, Sergio Romano, per la nausea, si dimise. L’onesto e sincero De Benedetti affermò di essere pulito rispetto a tangentopoli, ma poi dovette ammettere l’esatto contrario. Craxi, ad esempio, rimandò al mittente i milioni di De Benedetti, principe dei corruttori, tuttavia premiato dai manipulitisti, tanto che fece solo pochi minuti di galera a Regina Coeli – e mal gliene incolse alla togata che tanto osò -, carcerazione subito esplicitata dal suo “Espresso” con il ridicolo strillo in prima pagina “De Benedetti a Roma”. No, non era in gita. Era in galera. Insomma, De Benedetti farebbe un grande favore a noi italianissimi di origine ebraica se tacesse.