Quando la politica abdica al proprio ruolo di elemento propulsore del territorio, in particolare a livello dei comuni, per difetti di programmazione o più semplicemente per mancanza di risorse, le Fondazioni bancarie svolgono un ruolo di supplenza importante soprattutto nei piccoli centri. Il Biellese è una provincia che ha subito negli ultimi anni un sensibile calo della popolazione e un forte ridimensionamento dell’industria tessile. Nel primo caso, si è passati dai circa 200mila abitanti degli anni Ottanta del secolo scorso agli attuali 170mila, mentre l’industria primaria, pur restando saldamente ancorata, a livello mondiale, alla fascia di eccellenza del settore, occupa attualmente 11mila addetti, rispetto agli oltre 55mila di cinquant’anni fa. Le Fondazioni, a seguito della pandemia e della guerra, hanno reso la loro missione sempre più chiara, contribuendo – sono parole di Giovanni Quaglia, presidente Consulta Fondazioni Bancarie Piemonte e Liguria – “ad innescare le innovazioni necessarie per riequilibrare le disuguaglianze e migliorare la qualità della vita delle comunità”. Nel Biellese, l’ente presieduto dall’imprenditore Franco Ferraris (successore dell’ex sindaco di Biella Luigi Squillario, che ha mantenuto la presidenza dal 1982 al 2015), il cui secondo mandato è giunto a scadenza nelle scorse settimane, ha conseguito importanti traguardi sul piano della promozione territoriale e si è particolarmente qualificato in ambito sociale. In collaborazione con le istituzioni e le associazioni di categoria, è stato parte attiva nel riconoscimento di Biella Città Creativa Unesco (con la Fondazione Pistoletto) e ha contribuito al restauro della chiesa nuova di Oropa, il più importante Santuario mariano d’Europa. Inaugurando una profonda riforma nel sistema delle erogazioni, la Fondazione CRB è riuscita a compiere un cambio di passo significativo che ha portato ad una maggiore efficacia nelle numerose iniziative. Non più erogazioni generiche ma mirate essenzialmente alla risoluzione di piccoli e grandi problemi premiando, nel contempo, il merito e le competenze. Per anni, la Fondazione ha investito molto nell’acquisizione e nel recupero di immobili importanti sotto il profilo storico e architettonico, restituendoli ad una fruibilità pubblica come sedi di organizzazioni culturali, sociali o di servizi. L’ultima, in ordine di tempo, è stata “Cascina Oremo”, definita dal presidente “un polo inclusivo nel cuore di Biella dedicata a creatività, talento e inclusione”. Inaugurata, con un investimento di 12 milioni di euro, lo scorso 15 Aprile, è articolata in quattro sezioni principali, gestite da altrettanti partner specializzati, realizzata con la collaborazione dell’impresa sociale “Con i bambini”. C’è una sezione dedicata all’apprendimento, con la cooperativa sociale “Tantintenti”, con spazi per favorire percorsi di crescita dedicati a minori tra zero e 17 anni di età, aperti anche al mondo della scuola e alle famiglie. Uno spazio è destinato, insieme al Consorzio sociale “Il Filo da tessere”, all’orientamento per bambini e ragazzi per scoprire i propri talenti e esplorare il mondo del lavoro. Con la cooperativa “Sportivamente” viene creato un polo creativo ed educativo per persone disabili e non. Infine, in collaborazione con la Domus Laetitiae, viene affrontato il problema della disabilità nell’età evolutiva. Una volta a regime, il “Polo Cascina Oremo” offrirà ogni anno i propri servizi a circa mille minori tra zero e 17 anni e persone con disabilità, e a 350 adulti tra genitori, insegnanti e educatori. In un contesto in cui l’energia sarà prodotta da un impianto fotovoltaico, con una riduzione di oltre 160mila chilogrammi di anidride carbonica. La nuova realtà si colloca in una vasta area dove, nelle adiacenze, operano: Città Studi, un centro di formazione di eccellenza a livello universitario, il centro ricerche del CNR, alcune sezioni dell’ITIS Q. Sella, il TAM, acronimo di Tessile Abbigliamento Moda e la Fondazione Biella Master delle Fibre Nobili, della quale abbiamo già parlato su questo magazine.
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