Un fatto di cronaca (nera) mi ha ispirato una riflessione, anzi due. Prima il fatto. Una banda di criminali tenta di truffare una vecchia signora, la quale però, lucidissima, riconosce il raggiro al primo stadio, quello della telefonata (“ciao nonna, sono tua nipote…”), e riesce a sventarlo ed a fare arrestare due della banda, uno dei quali maggiorenne. I criminali, accortisi di essere scoperti, per impedirle di denunciare – cito dall’autorevolissimo “Corriere della Sera” – “si sono sostituiti al numero di emergenza prima con un finto operatore e poi con un finto carabiniere”, ecc.. Sappiamo che, in un paese di vecchi, come il nostro, quelle truffe sono una piaga sociale. Nella fattispecie, si tratta di un gruppo con una capacità di delinquere notevole, in quanto sostenuta anche da abilità tecnica. La cosa da fare era, una volta presi quei due, metterli in galera e “buttare la chiave”, come si dice popolarmente; quanto meno, mettere la chiave in un cassetto e pensarci su. Invece che cosa è stato fatto? Il maggiorenne “è stato arrestato e subito scarcerato”. Il diciassettenne, invece, “solo denunciato”. Insomma, pronti tutti e due per cercarsi un’altra vecchia signora meno lucida.

Vengo alle due riflessioni. La prima: il peggio di questa storia è che quanto avvenuto è certamente del tutto conforme a legge, La seconda: il Sistema dove capitano cose simili è un Sistema “molle” (non trovo un aggettivo migliore): quale è il suo destino in un mondo di lupi? Se gli va bene, uscirne smozzicato.

– Rosalino Sacchi