Come preannunciato, provo ad addentrarmi in alcuni temi “caldi” nella loro attualità, che oggi con un po’ di enfasi mi spingo a definire drammatici. Immigrazione, fisco, giustizia. Ma non prima di aver chiarito alcune cose, tra le quali la mia assoluta indipendenza da partiti politici ovvero da ideologie “preconfezionate”; mi ritengo un uomo libero e, come tale senza offendere posizioni diverse dalle mie, intendo esprimermi. Naturalmente è molto più facile “criticare” (non con preconcetti, ma in ambito costruttivo) chi siede al governo, piuttosto chi occupa gli scranni dell’opposizione, per cui potrei rischiare di essere travisato. Solo per far chiarezza si sappia che nasco liberale, per poi frequentare ambienti moderati nel periodo pentapartitico, per poi militare nella defunta Margherita. Le mie sono idee liberali, liberaliste, liberiste. Aborro qualsiasi movimento che sia stato legato in passato, ne sia oggi una derivazione o possa anche solo vagamente essere accostato a partiti che abbiano dimostrato “intenti liberticidi”, tanto a destra che a sinistra. Sono laico, e come tale non intendo trattare l’argomento secondo principi religiosi. Siamo stati un popolo di emigranti. Tanto in ambito nazionale che internazionale, e la civiltà di una nazione si misura anche nell’accoglienza che offre agli “ospiti”. All’estero abbiamo contribuito a far crescere l’economia dei paesi che ci hanno (spesso malamente) ospitato, tuttavia abbiamo anche esportato la molto meno edificante nostra attitudine nel “consociarci” in associazioni criminali. Oggi siamo un popolo che invece è chiamato ad ospitare, e vorrei trattare l’argomento senza alcun atteggiamento razzista – ci mancherebbe – ma anche senza la tanta, troppa demagogia “autofustigativa” con la quale molti media si esprimono. Le leggi e gli accordi internazionali impongono agli stati firmatari di accogliere cittadini stranieri che rivestano lo status di rifugiato politico, per ragioni razziali, religiose o politiche, ovvero cittadini in rischio di vita ed in fuga da paesi in guerra. Così come ci obbligano a soccorrere chi si trovi in situazione di pericolo in mare. E ci mancherebbe altro che non fosse così. I restanti flussi migratori debbono invece soggiacere e rispettare le normative in ambito di immigrazione e permessi di soggiorno. Al di fuori di tali norme si violano le leggi dello Stato. Partiamo dal presupposto che oggi, ancora con la disgrazia economica portata dal coronavirus, non siamo un paese ricco. Mi spingo troppo oltre se parlo di un paese povero? Qualcuno gonfia il petto e dice che siamo il settimo paese industrializzato al mondo, ma tace su come siano messe le nostre industrie. Un paese che con tutti i suoi guai oggi è chiamato a sopportare una vera e propria invasione, che con il rispetto delle nostre leggi nulla ha a che vedere. E l’Italia non è in grado economicamente, di far fronte ad un’invasione. Non senza strozzare i propri cittadini con balzelli di ogni genere, creando spesso situazioni di disuguaglianza … al contrario! Ecco, ora qualcuno comincerà a tacciarmi come simpatizzante salviniano.
Ritengo che si debbano rispettare le regole, magari… largheggiando un po’ in alcuni, meritevoli casi. Ma accettare supinamente quello che oggi in realtà si appalesa come un vero, remunerativissimo commercio di essere umani, questo non lo accetto. Una immigrazione selvaggia purtroppo non consente un’accoglienza decorosa agli ospiti, anzi incentiva questi ultimi, in evidente difficoltà, ad infoltire le fila della manovalanza del crimine organizzato, ovvero a contribuire “indipendentemente” al già alto tasso di criminalità nostrano. A sua volta questo permette strumentalizzazioni politiche atte ad instillare odio, anche razziale, nei confronti degli immigrati. E’ un circolo vizioso nel quale tutti abbiamo da perdere. Chi viene in Italia con intenti lavorativi viene pregiudicato da chi viene con la volontà di delinquere, con la piena consapevolezza di farla quasi sempre franca. Sia di esempio il caso di quel nordafricano, riportato da molti giornali, che all’undicesimo reato commesso è rimasto basito dal non aver ancora passato alcun giorno in carcere. Ho invece contezza professionale di un disperato pensionato nostrano sessantacinquenne che al primo reato di spaccio, per 90 grammi di cocaina ha passato 5 mesi in carcere e si trova ancora ai domiciliari. E’ giusto accogliere ma nel rispetto delle leggi e nei limiti delle possibilità dello stato di accoglienza. Il resto è demagogia. O interesse. Ho parlato di interesse, e vorrei quindi toccare anche il controverso, spinoso argomento delle varie ONG. Premettendo che non si può far di ogni erba un fascio, molti dubbi mi sorgono quando si parla di tali organizzazioni di soccorso; per carità sicuramente qualcuna di esse, spero più di qualcuna, sarà animata da spirito puro ed umanitario, ma… non riesco a farmi chiarezza su alcuni aspetti. Se qualcuno può aiutarmi in merito, ne sarei grato. In effetti faccio fatica ad immaginare navi che consumano centinaia di migliaia di euro di carburante che vanno a zonzo per il Mediterraneo ad intercettare barconi di disperati da salvare; credo sia più facile che partano da porti europei con delle coordinate precise da raggiungere. Certo mi chiedo chi possa fornirle queste coordinate… forse anche, qualche volta, le organizzazioni che lucrano su questi viaggi? E che magari intrattengono rapporti con chi lucra a sua volta sul territorio nostrano sui centri di ospitalità, tanto da riconvertire hotels in crisi in una più remunerativa attività di accoglienza. Mamma mia che brutte cose ho scritto… tra un po’ ho paura che comincerò anche a baciare Crocifissi in pubblico… Non vado oltre. Vorrei solo augurarmi che le cose possano migliorare. Che in futuro si possa parlare di flussi migratori quantitativamente sotto controllo, nel rispetto delle leggi internazionali ed italiane, con un paese che possa accogliere con decoro chi legittimamente vi approda senza per ciò scaricare tutto il peso sulla esausta popolazione italiana. Con la speranza che chi approda nei nostri lidi intenda farlo nel rispetto delle nostre leggi, delle nostre tradizioni, della nostra religione. Che non diventi uno strumento di ricchezza per terzi sfruttatori. Nel rispetto di una ideologia umanitaria, antirazzista, ma anche antidemagogica. Una immigrazione sana porta ricchezza al paese che la ospita ed accoglienza a chi la richiede. Da noi purtroppo non è così. Bene, ho chiuso con il mio pensierino della sera. Che tale rimarrà, perlomeno, purtroppo, solo nei miei sogni. Voglio invece terminare con una battuta. Per sdrammatizzare un po’ un argomento di per sé già abbastanza drammatico. E’ del grande Massimo Troisi: “Il governo ha detto che presto o napulitano non dovrà più emigrare in Svizzera. No, no o governo italiano, o governo svizzero l’ha detto”.