La creazione di un gruppo europeo sovranista e conservatore fondato sulla chiusura all’Islam, la difesa degli Stati nazionali, la tutela del Cristianesimo non deve scandalizzare nessuno perché le sinistre europee hanno esasperato le loro posizioni in forme di laicismo nichilista che ha finito di appannare le radici storiche dell’Europa che sono laiche ma anche cristiane. Siamo di fronte ad una radicalizzazione di posizioni che va oltre gli equilibri del partito popolare e del partito socialista che avevano un loro equilibrio interno che oggi si è appannato. Ci sono posizioni estreme che stanno emergendo a destra e a sinistra e snaturando le ragioni storiche per cui De Gasperi, Schuman, Adenauer avevano fondato l’Europa. A sinistra è stato ampiamente superato lo stesso Altiero Spinelli con posizioni che si identificano con il senile radicalismo della figlia Barbara che fu a suo tempo una delle più lucide coscienze critiche dei regimi autoritari e totalitari di destra e di sinistra, salvo poi imboccare strade davvero  impensabili. Ho usato la parola radicalismo ma va subito precisato che l’uso è in un’accezione che non riguarda assolutamente Marco Pannella, espressione non solo a Bruxelles di posizioni che le sinistre europee hanno archiviato. In Europa manca una voce liberale o liberal – democratica capace di farsi sentire. Quello che resta dei liberali ,dopo l’uscita dalla Ue dell’Inghilterra, è davvero poco e senza figure di spicco: basti pensare al nostro Tajani, Presidente del Parlamento Europeo. Lo stesso Macron che è figura spenta di transizione, non può considerarsi liberale. Che al gruppo sovranista che vede in Orban e in Le Pen i propri riferimenti ,abbiano aderito Fratelli d’Italia e la Lega può essere una scelta incauta per una destra che aspira a governare il Paese e che forse potrebbe con FI ad ottenere la maggioranza nelle prossime elezioni. Fratelli d’Italia oggi è partito di opposizione ma la Lega è partito di governo piuttosto responsabile. Sono posizioni diverse, persino contraddittorie se pensiamo all’emergenza grave che ha portato Draghi al governo. Dare l’idea che la destra italiana di opposizione e di governo ,comunque alleata in Italia , guardi alla democrazia illiberale di Orban, può creare nell’elettorato italiano forti dubbi. Può essere un passo  sbagliato. In Italia le elezioni le decidono gli elettori di centro, quanto è capitato nel 2018, con l’anomalia impazzita dei grillini, non si ripeterà più. Solo chi è politicamente e storicamente sprovveduto ,può pensare che ,estremizzando a destra o a sinistra, si possa vincere. Gli Italiani hanno subito amato il presidente Draghi che può sembrare algido, ma invece si sta rivelando un elemento di equilibrio ,di pacatezza autorevole, di concretezza non ideologica molto preziosa. Anche chi  non coglie il significato della parola liberale (e purtroppo in questa Italia scalmanata sono in  molti) è in grado però di capire che una democrazia illiberale non è democrazia perché è qualcosa che tende come in Ungheria ad un regime poco rassicurante.