E ‘un film “malincomico”, perfetto testimone del messaggio di Totò, che amava sottolineare: in un mondo nel quale ci si diverte a far piangere, mi cimento a far ridere. Più o meno questo il senso delle sue parole. Io odio l’estate è un film dove sono ben rispettati i tempi comici, forte di un finale né scontato né mieloso, in grado di indurre nello spettatore una pensosità (che è bene provare).Segna il ritorno di un trio, Aldo Giovanni e Giacomo, che si muove ben affiatato. Semplice la trama ed asciutta la sceneggiatura, con protagonisti e comprimari capaci di fare squadra, quasi due ore di piacevolissima visione. Dissapori coniugali ed ormai scontati conflitti fra genitori e figli vedono tre coppie, che s’apprestano ad andare in vacanza, alle prese con logore quanto inutili diatribe. L’io di ognuno avversa ferocemente, con prepotenza a volte subdola, a volte calda e manifesta, il tu dell’altro. Dimenticano entrambi l’obiettivo di mantenere in vita un noi sufficientemente appagante. Ben centrate le figure femminili, che si spendono attivamente nel coltivare uno scontento quotidiano, altrettanto ben disegnate quelle maschili, che si difendono in trincea con bonaria, talvolta ottusa sopportazione, alternata a lampi d’insofferenza. Finché la barca va, sembra voler far capire il regista, lasciamo che navighi. Per quanto può farlo…Le due settimane di vacanza, invece, stravolgeranno, un frusto, ma ormai consolidato schema nelle relazioni. La coabitazione forzata dei tre nuclei familiari, costretti ad alloggiare nella stessa casa per un disguido ingenerato dall’agenzia locatrice, imporrà a tutti di dividere spazi, organizzare tempi, gestire oggetti. Soprattutto sgretolerà, lentamente, nei malcontenti e rissosi vacanzieri, quell’arida inconsapevolezza già alimentata da limiti ed abitudini inveterate. Poter finalmente leggere se stessi (come se stessi) consentirà di essere visti anche dagli altri, dentro (nuove)relazioni di comprensione e solidarietà. E nel finale, che vede protagonista inaspettata e silenziosa la malattia di Aldo, tutti potranno ammirare una notte non più buia, ma illuminata da una nitida luna. Nuovamente insieme, amici davvero.
Il caso di Marilyn Monroe e altri disastri della psicoanalisi
Agée, anziana, vecchia, ancora donna!?,