Sonetti d’amore per King Kong di Gino Scartaghiande

[Kalòs kai agathòs, in greco “Il bello e il buono”, è una rubrica di Simone Tempia che, ogni settimana, propone sul Magazine del centro Pannunzio uno stimolo culturale proveniente dalla rete, gratuito e immediatamente fruibile, selezionato secondo criteri stringenti di qualità artistica e culturale.]

Ossigeno. Negli anni in cui la poesia è stata drammaticamente marginalizzata sia negli scaffali delle librerie che nelle discussioni letterarie, vivendo solamente delle buone intenzioni di qualche cultore e in effimere emersioni estemporanee legate, ormai quasi esclusivamente, all’attenzione riservata dall’Accademia di Svezia alla letteratura, Sonetti d’amore per King Kong di Gino Scartaghiande è puro ossigeno. Un ossigeno che dà respiro alla figura del poeta come cantore sintetico dello spirito dei tempi, distillatore di tumulti sociali e interiori che si è andata progressivamente sfaldando fino a diventare impalpabilmente inesistente. E, d’altro canto, come potrebbe non essere così? La scuola ci racconta la poesia come figlia di un millennio antico, concedendosi giusto qualche rapida incursione sugli scritti di Pasolini (a volte) e lì fermandosi. Oltre alla linea gotica del poeta corsaro, nei programmi e nella mente degli studenti, non si va. E la poesia rimane relegata a fenomeno pop dalle polluzioni estemporanee (e molto poco contestualizzate) su social network, instant book e performance di poetry slam. Che hanno una loro innegabile valenza se non fosse che raccontano l’oggi, puntualmente l’oggi, lasciando un vuoto doloroso che passa dalla produzione degli anni 70 (il Gruppo 63) ad oggi (Aldo Nove, Alfonso Maria Petrosino, Alessandra Racca solo per citare alcuni nomi di valore). Lo iato  che coinvolge quasi un trentennio di poesia e di umanità che essa porta con sé non viene considerato, valutato, colmato. Per questo non posso quindi che segnalare con gioia l’iniziativa di Carlo Bordini (che purtroppo ci ha lasciato a novembre), Giuseppe Garrera e Sebastiano Triulzi che hanno deciso di riportare alla vita opere poetiche italiane non più ristampate e che sarebbero destinate all’oblio. E di farlo, peraltro, in forma totalmente gratuita.  Sonetti d’amore per King Kong di Gino Scartaghiande, secondo libro della collana Arianna – Libri ritrovati, ci consegna un’opera seminale per molti degli scrittori e poeti della contemporaneità. Io per primo mi ci sono imbattuto dietro segnalazione di Giulio Mozzi (autore, poeta, insegnante, in libreria con Le Variazioni, Marsilio Editori) che ha definito questa raccolta di Scartaghiande come una delle più impattanti sulla sua carriera di scrittore. E impattante è, assolutamente, consegnandoci una visione degli anni 80 di cui molti non hanno avuto conoscenza: un’afasia nuova, un nuovo erotismo, una nuova sessualità, un nuovo misticismo che già si confronta con il post-moderno e, inconsapevolmente consapevole, con il post-millennio. Non ci troverete strizzate d’occhio pop in questo libro, tutt’altro: è purezza e serietà, studio e ricerca, forse un po’ polverosa (certo), ma in grado di colmare un vuoto esiziale spesso nemmeno considerato come tale.

A questo indirizzo potete trovare, in downloand gratuito, Sonetti d’amore per King Kong di Gino Scartaghiande.

https://diacritica.it/wp-content/uploads/Gino-Scartaghiande-Sonetti-damore-per-King-Kong-2021-3.pdf