L’arcivescovo di Milano Mario Delpini in una intervista  al quotidiano “La Stampa“ sostiene, con toni da crociata, la condanna dei ricchi e dei profitti, rivendicando un egualitarismo sociale che fa di lui l’esponente non tanto di un Cristianesimo sociale ,ma di una visione comunistica fuori dalla realtà. L’Italia sta uscendo lentamente dalla pandemia, anche se continuano ad esserci dei legittimi dubbi sul  nostro futuro. Ma la situazione economica che le chiusure forzate  hanno provocato, è gravissima. Gli imprenditori di tanti settori sono sull’orlo del baratro. E già i sindacati riattaccano con le loro rivendicazioni, senza neppure considerare la situazione in cui ci dibattiamo. E la ricetta di certi politici il cui partito è al governo, riprendono con la parola magica e demagogica di nuove tasse. Per non parlare di una nuova ,indiscriminata accoglienza dei migranti, quasi l’Italia fosse in grado di farsi carico ulteriormente di questi problemi L’Arcivescovo di Milano non faccia il politico e non si improvvisi economista. Non ne hai  i titoli. Per ridistribuire il reddito, bisogna prima produrlo ed oggi è questo il problema che abbiamo di fronte. Le diseguaglianze non sono di per sé un fatto negativo da condannare perché quelle fondate sul lavoro, sulla capacità di rischiare in proprio, sul merito individuale sono sacrosante e sono il motore dell’economia .il profitto è l’etica dell’imprenditore perché, se non produce profitti, chiude e licenzia. Il monsignore milanese dovrebbe leggere un po’ di Einaudi ,un cattolico convinto e praticante che ritenne che solo il liberismo economico  possa creare ricchezza. La via egualitaria fondata sulle tasse asfissianti garantisce la morte certa dell’economia. Bisogna lasciare liberi tutti coloro che ne  abbiano la voglia e  le capacità, di intraprendere nel modo più libero. Sono dei benemeriti che cercano di non far affondare la barca Italia. Il grillismo in coma del reddito di cittadinanza è una palla al piede intollerabile che premia i fannulloni e non crea lavoro, togliendo risorse agli investimenti. Dall’Arcivesvovo di Milano mi attendevo una capacità di riflettere in concreto e una capacità di analisi diversa. Ricordo il Cardinal Montini, futuro papa, capace di discorsi mai demagogici e sempre meditati. Montini non era certo un reazionario, ma un uomo colto che sapeva usare la penna al posto della clava. Mi scuso per la durezza, ma alcune frasi del monsignore mi hanno indignato. Sto lavorando freneticamente ad un nuovo libro che uscirà prossimamente e non ho tempo  da dedicare ad altro, ma l’intervista di chi siede oggi sulla cattedra di San Carlo Borromeo, mi ha costretto ad interrompere il lavoro per esprimere il più fermo dissenso. Con quelle idee che spero Draghi respinga, l’Italia è destinata al sicuro fallimento. Ovviamente da liberale spero di sbagliarmi perché le certezze non debbono  mai essere granitiche  e mons. Delpini è sicuramente una squisita persona che un anno fa salì sul Duomo a pregare la celebre Madonnina di Milano. Un bel gesto anche per i non credenti.

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