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In una email, dopo aver visitato una mostra sull’imperatore romano Claudio, Enrico Letta scrive: ”…Claudio, primo imperatore straniero a Roma, primo di una lunga serie. Quanto erano più lungimiranti di noi i romani, bravi ad integrare e prosperare…”. Ora Claudio nacque effettivamente nella Gallia, nel 10 a.C. , a Lugdunum (oggi Lione) ma solo perché il padre Druso, con la moglie Antonia “minore” era in quella città. perché aveva un incarico militare. In realtà Claudio, imperatore dal 41 al 54 d.C., apparteneva, a pieno titolo, a quella famiglia o dinastia Giulio-Claudia che avrebbe retto l’impero da Augusto fino a Nerone, ucciso senza possibili eredi nel 68 d.C. E a Nerone, dopo un brevissimo intervallo succedettero i Flavi, famiglia originaria del reatino per giungere nel 98 d.C. al grande Traiano, nato in Spagna, ma da una famiglia di funzionari romani, perché Spagna e Africa del Nord erano le regioni più romanizzate, i cui esponenti delle classi borghesi e nobiliari furono anche inseriti nel Senato romano. L’integrazione dell’epoca di persone colte e benestanti, di grande cultura, vedi uno per tutti Seneca, o valorosi e capaci generali è qualcosa di ben diverso da quanto vorrebbe far apparire Letta con eventuali odierni inserimenti, dimenticando che all’epoca imperiale il fattore religioso era secondario nelle scelte purché rendessero omaggio all’imperatore “divinizzato”. Omaggio che gli unici a non renderlo furono i cristiani, per cui furono perseguitati fino al 313, quando Costantino emanò il famoso editto di tolleranza religiosa, prodromico al riconoscimento ufficiale che del Cristianesimo, come religione dello stato, nella forma “nicena” fece, il 28 febbraio 380,l’imperatore Teodosio con l’editto di Tessalonica (oggi Salonicco). Una rilettura della Storia con la S maiuscola, farà perciò bene prima di avventurarsi in giudizi sommari e politici.