Intesa San Paolo apre al pubblico dal 4 maggio al 4 giugno prossimi alle Gallerie d’Italia di Milano una mostra fotografica temporanea, nell’ambito della  manifestazione Orticola 2023, incentrata sulla ricerca artistica di Mario Carrieri. Soggetto della mostra sonoi fiori, fotografati come creature, la cui bellezza estrema si infrange nella loro stessa fatale caducità.

La mostra propone la selezione di dodici immagini di grandissime dimensioni, alcune delle quali esposte al pubblico per la prima volta. Si tratta di un’occasione per conoscere la ricerca artistica che ha compiuto  Mario Carrieri, nato a Milano nel 1932, noto fotografo che, da oltre quarant’anni, dedica la sua arte al tema della tragicità  dell’umana esistenza.  Questa è  rappresentata in mostra sotto forma di fiori-attori, che recitano la fragilità  della bellezza.

La mostra è  realizzata in collaborazione  con Orticola e inserita nel palinsesto di Fuori Orticola 2023. Mario Carrieri nasce a Milano nel 1932; il padre Raffaele, autore di molte raccolte poetiche e saggi sull’arte, è  protagonista di una movimentata esistenza che lo vede combattere a fianco di d’Annunzio nell’impresa fiumana. Grazie a una fitta rete di rapporti di amicizia e professionali, entra in contatto con i protagonisti della cultura del tempo, da Modigliani a Picasso, da Marini a Campigli e agli storici animatori del futurismo e a Vittorio Bodini.

Il giovane Mario viene assunto alla Mondadori per occuparsi della catalogazione dell’archivio fotografico del settimanale Epoca e trascorre il periodo centrale del decennio nella lavorazione di diversi cortometraggi pubblicitari trasmessi da Carosello. Nel 1957 abbandona ogni attività per occuparsi di un ampio progetto fotografico su Milano e, fra il gennaio e l’agosto dell’anno successivo, esegue con una macchina di piccolo formato 3500 scatti  entro la cinta daziaria, 134 dei quali vengono scelti nel 1959 per formare la sequenza del volume Milano Italia per i tipi di C. M. Lerici,  sollevando una critica generale, tranne che per l’approvazione di un altro fotografo, Ugo Mulas.

Nei quindici anni successivi Amilcare Pizzi, tipografo di riferimento per le edizioni d’arte internazionale,  lo incarica di scattare immagini da tutto il mondo per una collana patrocinata all’UNESCO. Saranno protagoniste la scultura greca, quella etrusca, la romana e la egizia. Sul finire poi degli anni Novanta Carrieri si dedicherà  all’interpretazione fotografica della scultura di Auguste Rodin. Appartenendo alla categoria,  è  stato detto, dei “visionari” non ha mai amato in fotografia l’attimo fuggente.