La incessante moria di migranti nel Mediterraneo è tema sul quale vorrei sperimentare un approccio lontano dal pensiero mainstream. Ci provo, cominciando con una premessa: i cosiddetti scafisti devono essere gente gradita al Capo. Su questo punto, una spettacolare conferma è arrivata, come molti ricorderanno, nell’autunno del 2020, quando l’allora boss della Cirenaica, il generale Haftar, sequestrò due pescherecci italiani con 18 marinai per scambiarli con quattro scafisti incarcerati in Italia, evidentemente suoi protetti. Dopo tre mesi di prigionia, i 18 vennero liberati in pompa magna, e nessuno chiese che cosa era stato dato in cambio (i quattro banditi?). “Don’t ask don’t tell” – non chiedere e sta zitto – come dicevano gli Americani in altro contesto: a volte viene meno anche la insaziabile curiosità degli organi di informazione. Degno di nota: tra Haftar e il suo avversario tripolino, nostro protetto, Haftar è considerato “il buono” (cioè, il meno fondamentalista). “Protetto” si fa per dire: in realtà non siamo in grado di proteggere alcuno da alcunché (a differenza di Russia, Turchia, Qatar…). Ma c’è una seconda, più importante premessa, che è un postulato: considerato che l’Africa Settentrionale è integralmente musulmana, i cosiddetti scafisti devono essere devoti musulmani, se li si lascia fare il loro mestiere, come è ovvio per chi ha una conoscenza anche minima di quei paesi. Se si accetta questo postulato come “idea chiara e distinta”, il passo successivo è chiedersi quale può essere l’atteggiamento degli scafisti nei riguardi dei “passeggeri”. Non è difficile immaginarlo se si tiene conto che questi passeggeri, provenienti dall’Africa sub sahariana, sono principalmente infedeli o, peggio, “politeisti” di varia specie (questo spiega anche il trattamento bestiale talora descritto dai sopravissuti). Allora una riflessione. In base alla dottrina (Corano + Hadith), uccidere un infedele è utile per avere una corsia preferenziale verso il paradiso. E una seconda riflessione: il numero dei morti su una traversata breve (fino a brevissima, visto che molti naufragi avvengono a poche miglia dalla costa africana) è contro ogni logica ed ogni probabilità. Riflessione terza ed ultima: saranno stupidi gli scafisti (e non credo affatto che lo siano!), ma possono non capire che, mettendo 100 persone in uno scassato natante progettato per 10, il naufragio è quasi sicuro? Tre indizi fanno una prova, è frase che ricorre nei libri polizieschi. Chiunque analizzi freddamente questi fatti e li metta insieme, arriva ad una conclusione disturbante (la lascio al lettore) che viene normalmente rimossa sia perché è disturbante, sia per non incorrere nel peggiore degli anatemi (islamofobo!). Più facile accusare “l’Europa” di cinica negligenza. E rinforzare la scorta di palloncini bianchi e peluche: possono sempre venir buoni.
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