Bentornati a un nuovo appuntamento con “Cinema Tips” solo qui su Toscana Today e Pannunzio Magazine. Anche quest’estate, per il momento, siamo qui. Nonostante l’emergenza coronavirus che ha un po’ bloccato il settore cinematografico sia nella produzione che nella fruizione in sala, sicuramente anche questo settore piano piano andrà a ripartire. Noi, invece, siamo stati sempre qui e per il momento siamo ancora qui. Questa settimana vorrei riprendere nuovamente uno degli autori più strabilianti e affascinanti degli ultimi decenni del cinema d’animazione. Sto parlando di Hayao Miyazaki e il film di oggi è “Nausicaa della valle del vento”.

Lungometraggio uscito in Giappone nel 1984 e arrivata in home video in Italia solo nel 2015 dopo una fugace apparizione sulla Rai nel Gennaio del 1987, Miyazaki oltre che alla regia ne ha curato la sceneggiatura. La produzione è a cura di Isao Takahata e insieme, da lì a poco, avrebbero fondato la Studio Ghibli.

La qualità dell’animazione è talmente spettacolare da essere unica nel suo genere, in quanto sin da subito si percepisce la fervida immaginazione dell’autore giapponese, il quale arricchisce il film di tante tematiche sia filosofiche che ambientalistiche. E proprio su quest’ultime che vorrei soffermarmi poiché si tratta di un fil rouge che lega praticamente tutta la sua filmografia.

La simbologia che nutre la sua folgorante immaginazione fatta di personaggi che, da una parte, sono servitori dei vizi e dei peccati di cui vive l’umanità contemporanea, mentre dall’altra chi riesce a trovare la simbiosi, o per meglio dire un ritorno conciliatorio, con la natura più pura, finiscono inevitabilmente per scontrarsi, poiché se da una parte si brama di prendere la natura come un qualcosa da conquistare, anche con la forza, dall’altra è la ricerca dell’armonia la soluzione necessaria affinché l’uomo possa vivere serenamente. Insomma, l’uomo non deve essere un conquistatore, bensì dovrebbe fare in modo che lui stesso e la natura trovino un quieto vivere, senza alcun desiderio di controllo ed estinzione. Anche perché finito questo pianeta Terra non ce ne sono altri.

L’avvincente trama di questo film è indubbiamente lontana dal classico immaginario edulcorato della Disney, la quale è praticamente ambasciatrice del modo di fare animazione in Occidente. In Oriente l’animazione non viene visto come un semplice genere da proporre ai bambini, ma come un vero e proprio percorso cinematografico con la propria espressività. Ed è questo ciò che rende ricco il cinema d’animazione in Oriente e, nella fattispecie, Hayao Miyazaki.

L’invito è assolutamente di riscoprire questo autore e la sua filmografia, poiché chiunque abbia la possibilità di guardare questa categoria di lungometraggi avrà l’opportunità di scoprire nuove frontiere filmiche da poter poi applicare nel proprio quotidiano.