Apprendiamo dal quotidiano “Repubblica” che Piero Angela sarebbe stato un  mediocre, se non pessimo allievo del liceo classico statale “Massimo d’Azeglio”, ricordato solo come la scuola del venerato maestro Auguti Monti e degli allievi modello Norberto Bobbio e Massimo Mila. Adesso il preside del liceo commenta anche le pagelle non proprio entusiasmanti di Angela e afferma che non sempre la scuola comprende il valore dei propri studenti. Anche Giovanni Agnelli non ebbe grande successo in quel Liceo e dovette ricorrere alla ripetizioni di Franco Antonicelli ma mai nessuno ha parlato dei suoi insuccessi scolastici se il non il preside  pro tempore  del liceo che non voleva che si ricordasse l’avvocato e che poi fu costretto a recedere. Ma l’ articolo in questione è incompleto perché Angela frequentò anche  per due anni il liceo “Alfieri“ . Erano gli anni della guerra  e dell’immediato dopo guerra. Angela  una volta mi parlò scherzosamente  del suo liceo e mi disse di non avere un buon ricordo di quegli anni e di quella scuola. Mi citò alcuni particolari sui suoi professori di allora non proprio edificanti. In effetti la sua compagna di scuola e mia amica Renata Bertini, raffinata docente ed intellettuale torinese che fu socia del Centro Pannunzio e che fu il primo amore liceale di Angela, mi raccontò del livello mediocre dei professori della classe di Angela, tra il resto quasi tutti fascisti. Andando a scartabellare nell’archivio di quel liceo celebrato, viene fuori una verità fatta di luci e di ombre che dal sito ufficiale non emerge. Sarebbe ora di scriverne finalmente la storia, abbandonando le mitologie e le vulgate. Anche il preside Giovanni Ramella era per una revisione drastica del mito creato ad arte attorno a quel liceo. Ma la demagogia imperante gli impedì di operare.