Lo scorso 30 maggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato i decreti di nomina dei nuovi 25 Cavalieri del Lavoro. Tra di essi tre donne imprenditrici di Confagricoltura: Chiara Soldati (Cantina La Scolca), Margherita Fuchs (Birra Forst) e Olga Urbani, (Urbani Tartufi). Dietro la scelta per ciascun nome proposto dalla commissione nei vari settori dell’attività imprenditoriale del nostro Paese vigono regole estremamente selettive che rispondono a requisiti di estremo rigore che vanno dalla “specchiata condotta civile e sociale” all’aver operato nell’interesse del nostro Paese promuovendone non solo lo sviluppo economico, ma anche azioni di cooperazione, di tutela e di interesse verso i lavoratori. Nel mondo dell’agroalimentare, dove la donna da sempre ha operato, la presenza femminile è oggi una realtà consolidata e soprattutto qualificata, avendo assunto negli ultimi decenni la guida in piena titolarità delle proprie aziende o svolgendovi ruoli di alta responsabilità nell’ambito della promozione, dell’innovazione, del marketing. Non si tratta pertanto di un’attenzione in qualche modo “dovuta” in ossequio ai principi delle quote rosa: la maggiore presenza di donne nella gestione di imprese vitivinicole e, in generale, un maggior coinvolgimento e interesse diretto della donna verso il mondo del vino costituisce un valore aggiunto che crea una poliedricità di impegni e di azioni nel panorama del settore agroalimentare del nostro Paese. Una positività che non implica una competizione con il tradizionale mondo maschile di settore, ma un diverso sguardo destinato a portare novità, nella consapevolezza che ciò che conta davvero, e questo in ogni ambito, non sono le differenze di genere quanto le qualità personali e professionali. L’esempio di Chiara Soldati è per noi quanto mai rappresentativo, ricoprendo l’imprenditrice non solo la guida dal 1998 dell’amministrazione dell’azienda di famiglia La Scolca di Gavi, ma essendo anche dal 2019 la presidente del Centro Pannunzio, storico sodalizio culturale che tra i fondatori annovera il grande scrittore, intellettuale e gastronomo Mario Soldati, di cui Chiara è nipote. La sua storia imprenditoriale intreccia quindi la formazione culturale, con studi a carattere giuridico ed economico, con la rappresentanza di una storia familiare che vanta oltre 103 anni di attività e di cui Chiara rappresenta la quarta generazione. Dal 1993 presta il suo impegno nella storica azienda di famiglia “La Scolca” per proseguire e incrementare l’attività vitivinicola del Gavi DOCG sotto il profilo gestionale, comunicativo e commerciale, acquisendo una forte coscienza del passato ma con un innovativo sguardo rivolto al futuro. Il fatto poi di essere la prima donna dopo 70 anni di attività l’ha condotta ad occuparsi di tematiche precedentemente poco sentite, prima tra tutte la necessità di porre lo sguardo oltre il confine aziendale e di considerare il territorio di produzione secondo una nuova sensibilità, come un terreno da curare e sviluppare per una migliore sinergia tra soggetti. Prende così avvio una serie di impegni con varie associazioni del settore vitivinicolo e legate al turismo enosostenibile, la collaborazione con Ministero, il MIPAF, la collaborazione intrapresa per diversi anni con l’Università Cattolica di Piacenza in qualità di Professore al Master di Enologia, Marketing del Vino e del Territori. Più recentemente, e a dimostrazione del carattere sempre più internazionale che l’azienda La Scolca ha oggi sul mercato con oltre il 70% dell’export, giunge la nomina, nel 2019, a consigliere dell’Associazione Internazionale Women of the Wine & Spirits, con sede negli Stati Uniti. Alla base di un’attività tanto intensamente svolta e in un ventaglio così ampio di interessi e competenze, valgono alcuni principi che contraddistinguono l’operato di Chiara Soldati, espressi nelle tante interviste ed incontri, in primo luogo l’esigenza quanto mai urgente della promozione di una cultura d’impresa tra i giovani, così da favorire il ricambio generazionale grazie anche alla disponibilità di nuovi strumenti finanziari e di nuove visioni che valorizzino l’identità di luoghi e prodotti tali da poter consolidare una forte identità della produzione italiana. Oggi a fare la differenza è l’unicità del nostro territorio e solo apparentemente la marcata parcellizzazione del mercato del vino italiano potrebbe apparire come una debolezza: occorre tuttavia saper comunicare il “sistema vino Italia” promuovendo la nostra unicità, la straordinaria differenza varietale assolutamente non replicabile altrove, rispetto all’offerta di vitigni internazionali, e che può diventare un grande “plus” a livello mondiale. Questa è la forza di alcuni vini, il Gavi a proposito, da vitigno Cortese, espressione unica di un territorio e di una eredità di tradizioni, autentica “poesia della terra” come lo avrebbe definito Mario Soldati. Dal 2018 Chiara Soldati ricopre, come tredicesimo presidente e come seconda donna dopo Alda Croce, la carica di Presidente del Centro Pannunzio di Torino raccogliendo l’eredità di Mario Soldati che lo presiedette dal 1980 al 1997 nello spirito di fucina di elaborazione culturale, di scambio costante e di libero confronto tra i partecipanti all’insegna della cultura laica e liberale. “Sono davvero molto orgogliosa di questa onorificenza che voglio condividere con la mia famiglia , i miei collaboratori ed amici” ha espresso Chiara Soldati all’atto della nomina.” Un motivo di estrema soddisfazione che non considero un punto di arrivo, quanto piuttosto una nuova partenza “. Noi del Centro Pannunzio non ne dubitiamo!
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