Chagall è sempre stato il mio artista preferito. Mi affascina il fatto che non si possa incatenare la sua arte ad una corrente pittorica ben precisa. Il suo nome nei libri non può essere forzato a incasellarsi sotto la parola “surrealismo”, perché ciò che Marc rappresenta non sono associazioni inconsce, ma lucidi ricordi di vita. Trovava affascinante il cubismo, ma nelle sue opere non utilizzò mai i frammenti tanto cari a Picasso. Non prese parte alla cerchia degli impressionisti perché non fece mai del colore l’unico protagonista dei suoi quadri. Chagall riproduceva e presentava al mondo le emozioni del suo vissuto, così come emergevano spontaneamente dall’anima. In questo modo ci permette di sfogliare con gli occhi un diario di ricordi fatto di colori e di provare gli stessi brividi che, forse, nel dipingere, gli facevano sudare le mani o facevano tremare la tela.  In questa pagina di diario colorato scrive a sua moglie: “Insieme a te mi sembra di volare”. Quale modo migliore per dirlo se non con un dipinto? I pittori sanno bene che le immagini sono la prima e più immediata forma di comunicazione. Sono magiche: attraverso il riflesso nella retina colpiscono il cuore.