Bruno Segre, mancato a 105 anni, è stato un protagonista della vita torinese, celebrato soprattutto come partigiano e antifascista solo negli ultimi 5 anni. Era un laicista coerente e intransigente. Quando Bergoglio divenne Papa, non volle arrendersi alla novità non clericale del nuovo corso. In un incontro al Circolo della Stampa – allora luogo di libero dibattito presieduto da Gianni Romeo -furono evidenti le nostre scelte divergenti: lui contrario ad ogni religione e quindi laicista, io rispettoso di ogni fede e quindi laico secondo il pensiero di Bobbio. Il suo impegno civile durato nei decenni ha fatto di lui un eroe. Spero che a nessuno salti in mente di proporre per lui i funerali di Stato: lui antimilitarista convinto non vorrebbe essere su un affusto di cannone. Era un pacifista convinto che ha dedicato la vita a nobili cause, anche se in parte, per me liberale, non condivisibili. Abbiamo condotto insieme, io allora giovanissimo, la battaglia per il divorzio sotto la guida di Pannella. Una grande battaglia di laicità e di libertà che ci collegava anche al Risorgimento cavouriano. Su Israele ebbe posizioni contrastanti. La battaglia divorzista gli costò un deferimento davanti all’Ordine degli avvocati. Oggi il nostro compito è rendere omaggio ad un combattente senza armatura che ha dato molto per l’affermazione delle sue idee con grande passione civile.