Il 20 ottobre 1944, 76 anni fa, una formazione di aerei americani B24 e B27, comandata dal colonnello James Knapp, lanciò il proprio carico di bombe sul quartiere milanese di Gorla (fino agli anni Venti comune autonomo), totalmente privo di interesse militare. L’attacco costò la vita a centinaia di civili ma una bomba, in particolare, colpì in pieno la Scuola Elementare Francesco Crispi provocando la morte di 184 scolari dai 6 ai 10 anni e del personale docente e non docente. Fuori da Milano, dove, va detto onestamente, le autorità municipali si recano sempre al monumento che ricorda la strage, pochi sanno di questo spaventoso episodio di guerra. Ha quindi fatto bene Giulio Vignoli, aiutato dall’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, dal Comitato per le Onoranze ai Piccoli Martiri di Gorla e dai proprietari del sito www.piccolimartiri.it  a pubblicare il libro “I 184 bimbi di Gorla” (pp. 142, 13 Euro) presso Bastogilibri di Roma (www.bastogilibri.it). Notizie sul fatto si possono trovare anche sul sito www.gorladomani.it.  Sui crimini nazisti, da Guernica in poi, sappiamo tutto e non è giusto dimenticarli. Talvolta ne sappiamo anche un pezzo in più (ho motivo di ritenere che lo scarso successo del bellissimo film Mr. Klein, diretto da Joseph Losey e recitato da Alain Delon, sia dovuto al fatto di svelare un segreto di Pulcinella che trova i nostri cugini dell’Esagono un po’ duri d’orecchio al riguardo: la spietata retata del Velodromo d’Inverno fu operata e condotta non dai nazisti, ma dalla Gendarmeria francese…), benché, con tutto ciò che il nazismo ha sulla coscienza, non ci sia proprio bisogno di aggiungergli anche colpe altrui. Sui crimini degli Alleati, invece, si tace per un malinteso senso di pudore, quando non si arriva ad esaltarli, come in non pochi film sullo sbarco in Normandia dove si vedono, senza che regista o sceneggiatore si sognino di porre il fatto in cattiva luce, anzi, soldati tedeschi disarmati e con le mani in alto che vengono eliminati a colpi di mitragliatrice… Per me i crimini rimangono tali chiunque sia a compierli e quei vecchi stupidi reazionari dei miei genitori, guarda tu, mi hanno educato a stare sempre e comunque dalla parte di chi i torti li subisce e non di chi li commette. E’ davvero dura la lettura del libro di Vignoli, viene un groppo in gola a leggere tutte quelle spaventose testimonianze, ma va fatta. Per inciso, il libro del Vignoli è una delle poche rievocazioni della strage di Gorla che non provenga da parte neofascista o, comunque, d’estrema destra. Segnalo questo solo per la cronaca, intendiamoci, non è che se un mio avversario politico mi dice che fuori c’è un bel sole, ed effettivamente è così, uscendo mi porto dietro l’ombrello per fargli dispetto. Il neogiacobinismo d’accatto ed il settarismo imperanti, invece, uniti all’ignoranza voluta, e in parte anche imposta, della nostra storia, sia antica sia recente, inducono molti ad accettare come “verità” solo quelle promosse dalla propria parte politica. Certo, le autorità della Repubblica Sociale Italiana, che allora a Gorla governavano, fecero celebrare solenni funerali alle vittime, alla presenza delle massime autorità militari, civili e religiose, così come di quelle consolari e diplomatiche degli Stati, amici o neutrali, presenti a Milano. Cosa avrebbero dovuto fare? Aspettare che i funerali venissero celebrati dai cappellani militari americani una volta giunti a Milano? Per inciso, nel dopoguerra le autorità americane proposero di far ricostruire la scuola a proprie spese, in cambio dell’eliminazione del monumento ai Piccoli Martiri. L’offensiva proposta venne sdegnosamente rifiutata. All’epoca circolarono due manifesti propagandistici, molto efficaci. Uno si deve a Boccasile che fu un grande artista e la cui grandezza, lo dico a scanso d’equivoci, rimane anche se ha aderito alla Repubblica Sociale Italiana: si vede una classe dove gli scolaretti sono impegnati mentre gli artigli della morte, provenienti da un aereo americano, li stanno per ghermire. Un altro manifesto, di autore meno noto, ma altrettanto efficace, riprende lo slogan pubblicitario di una celebre marca di dentifrici, che suonava “A dir le mie virtù basta un sorriso”. Il presidente americano Roosevelt era stato colpito da emiparesi e aveva sul viso, in conseguenza della malattia, un’espressione fissa atteggiata ad eterno sorriso. Sullo sfondo del manifesto si vedeva lui, si leggeva lo slogan e poi si vedeva un aereo americano che bombardava una scuola. Un ricordo personale: quando frequentavo il Liceo a Bolzano gli estremisti di sinistra più accesi erano i figli più in vista della “città bene”, quasi sempre figli e nipoti di ottusi gerarchetti fascisti che, con la loro idiozia, durante il Ventennio avevano contribuito a far odiare l’Italia dai nostri concittadini di madrelingua tedesca. Uno di questi estremisti, che ancora oggi tromboneggia e scrive sui giornali, pensando di essere spiritoso (evidentemente ottusità ed idiozia sono ereditarie…) sbraitava che, pur essendo ateo, non smetteva mai di pregare Santa Foiba da Basovizza e Santa Scolastica da Gorla. Con che individui si viene a contatto, talvolta. Individui che, per l’aridità della loro anima, fanno ancora più pena dei poveri innocenti piccoli martiri di Gorla….

Achille Ragazzoni