Continuano le coinvolgenti  inchieste del procuratore Rotari, è uscito infatti il nuovo e atteso libro di Giorgio Vitari,   un  romanzo giallo dal taglio giuridico ambientato nella città del Carnevale Storico del Piemonte, Ivrea, deliziata dalla visione della Bella Dormiente, il profilo del Gran Paradiso che ricorda la sagoma di una signora sdraiata. Siamo nel 1999, il protagonista è alle prese con un omicidio a cui fanno da  scenario la famosa e complessa scalata finanziaria della Olivetti alla Telecom, il furto del tricolore durante i preparativi del carnevale, molto caro agli epoderiesi, gli abitanti di Ivrea, e le più che presunte storie di amanti. Giacomo Revello, ufficialmente autista della Olivetti e donnaiolo impenitente, viene trovato morto tra le vasche dei merluzzi. L’indagine, guidata dal Procuratore Capo Francesco Rotari, appare sin da subito intricata e delicata, legata a probabili storie di spionaggio industriale, connessa a rancori per bandiere scherzosamente sottratte e furtive passioni amorose. Il libro appassiona e spinge il lettore al tutto di un fiato, la scrittura piacevole   è intervallata dalle riflessioni del protagonista, dalle sue considerazioni di raffinata ironia che, come nel precedente romanzo, sfiorano spesso un umorismo autoriferito e consapevole. L’autore, oltre a raccontarci eventi determinanti  della finanza del nostro paese realmente accaduti ma spesso poco note nei dettagli, mette in luce l’importanza che il carnevale riveste per questa cittadina, ci racconta delle celebrazioni che coinvolgono gli abitanti, della battaglia delle arance, della Mugnaia e del Generale,  del clima gioioso e del buonumore, “impossibile  non essere contagiati dall’allegria e dalla festa”. Anche questa volta, ma forse in maniera più distinta, traspare l’interesse platonico  di Francesco Rotari per le donne, la curiosità che lo infiamma con garbo, lo spinge a veniali e  innocenti bugie nei confronti della moglie Luisa. In parte autobiografico, Giorgio Vitari è stato Procuratore Capo ad Ivrea, questo libro è anche un ringraziamento alle due assistenti che hanno lavorato con lui in quegli anni, “hanno dimostrato il piacere di fare straordinariamente bene ogni cosa”.