Pierluigi Battista è stato un giornalista coraggioso sia alla “Stampa”, sia al “Corriere della sera“. Da quando non scrive più sul quotidiano di via Solferino, è cambiato. Forse anche l’età logora chi vuole sempre essere contro corrente. Solo Montanelli ci riuscì fino alla fine. Premettiamo che Battista viene da una famiglia di fascisti convinti e che lui ha avuto una giovinezza nella sinistra extra parlamentare ampiamente rinnegata. L’ultimo articolo pubblicato sull’ “Huffington Post” sulla festa del 4 novembre che, a suo parere, non dovrebbe essere più celebrata, rivela la metamorfosi di Battista che ripercorre i luoghi comuni, citando” l’inutile strage “ di Benedetto XV come unica  chiave interpretativa della guerra 15-18. Certo, come tutte le guerre, essa provoco ‘ morti, anzi delle stragi perché lo sviluppo tecnologico applicato alle armi ebbe effetti devastanti. Ma non si può dire che non fu inutile . Nulla nella storia è inutile, solo chi non ha il senso della storia può affermarlo. La Guerra venne combattuta per fermare l’egemonia degli Imperi centrali sull’Europa  e così  la sentirono e la vissero uomini di matrice democratica come Salvemini. Ma per l’Italia essa fu il compimento del Risorgimento con Trento, Trieste, l’Istria italiane. Fu una lunga guerra di logoramento e di trincea, la prima guerra moderna dopo quella civile americana. Chi si illuse che potesse essere una guerra-lampo, prese un abbaglio. La tesi neutralista  di Giolitti  però, secondo la quale avremmo ottenuto “parecchio“ con la diplomazia,  è  storicamente destituita di fondamento. Il “pacifismo “di Battista è disarmante e non meriterebbe neppure  di essere confutato- In quelle trincee si creò‘ una coscienza nazionale che la scuola non era riuscita a formare. Siciliani, napoletani, piemontesi, veneti, liguri si sentirono fratelli che intuì il poeta Ungaretti che conobbe come soldato  le asprezze del Carso. Come diceva il grande storico militare  Raimondo Luraghi, i popoli si forgiano anche con il ferro e il fuoco. Non è la via migliore, ma così è accaduto in tanti paesi europei ed extra europei nel corso dei secoli. L’intero popolo italiano inginocchiato cent’anni fa attorno al Milite Ignoto non fu una manifestazione di retorica , ma di amor di Patria. Un’ultima cosa va obiettata a Battista che riscopre le sue origini marxiste: la guerra non fu la causa del Fascismo. Semmai lo furono le stolte mire di socialisti e comunisti di fare anche in Italia, che aveva vinto la guerra, la rivoluzione come in Russia nel 1917, ignorando che non c’erano le condizioni oggettive per farla, come ha riconosciuto la migliore storiografia. Nessun altro Paese vittorioso visse il pericolo fascista, solo la Germania sconfitta e la Russia militarmente battuta conobbero le due più terribili dittature del secolo. Il Fascismo in Italia fu anche favorito da una classe politica inadeguata. Turati scrisse: “Abbiamo consegnato noi l’Italia al fascismo”. Che tristezza leggere un Pigi Battista irriconoscibile. L’ho apprezzato per tanti anni e ho avuto con lui rapporti cordiali . Oggi mi risulta difficile continuare ad esprimere un giudizio che in passato lo portò ad ottenere il premio ”Pannunzio”. Se la prende anche con le Frecce Tricolori che sorvolano l’Altare della Patria, come fece la senatrice cattocomunista Lidia Menapace. Incredibile! Davvero incredibile. Un ritorno alle origini?