“L’affare “statua di Montanelli” mi ha risvegliato un ricordo. Nella mia vita ho passato, complessivamente,  cinque anni nell’Africa sub sahariana in paesi diversi, e ho conosciuto quei paesi “da dentro”, cioè dai villaggi, non dai resorts 5 stelle, dato il mio mestiere di geologo. Qualche anno fa ho raccolto un po’ di ricordi in un libriccino (inedito) ad uso dei miei nipoti. Ne riporto una pagina.  Pertinente.

<Escursione geologica con studenti,ad Axum (Etiopia). La sera in albergo uno dei ragazzi lancia l’idea di una botta di vita. “Si unisce a noi, professore?”. La botta di vita consiste nel farsi una birra in una locanda (siamo in paese cristiano). Si beve e si chiacchiera, fino a che uno degli studenti, un autoctono, mi fa “Professore, quella ragazza – mi indica una seduta a un tavolino – avrebbe piacere di giocare con Lei”.

La risposta del tipo “no.. sai… sono sposato…” non la tento nemmeno, non verrebbe presa sul serio, e allora faccio un discorso diverso. La ragazza, invero splendida, è tanto se ha 13 o 14 anni. E mando lo studente in missione: dille che sono troppo vecchio per giocare con lei, e che secondo me dovrebbe trovarsi un compagno di “giochi” più vicino alla sua età. La cosa finisce lì, ma la ragazza non è molto contenta. Il mio suggerimento era assurdo, e lo sapevo. Un coetaneo non le interessava minimamente. Ma insomma, qualcosa dovevo inventare

Mentre torniamo in albergo, lo studente mi dice: guarda che quella ragazza non voleva soldi, voleva solo “giocare” con te…. Si interrompe, ma si capisce che voleva aggiungere: perché sei il capo. Mi spiega che, se dopo nove mesi quei giochi avessero prodotto un bambino “abbronzato” (come direbbe Berlusconi), beh, non sarebbe stata considerata una disgrazia. Forse la ragazza mi considerava, inconsciamente, come il miglior trasmettitore del suo genoma, e proprio a questo pensava.

La ho delusa,  e non sono sicuro di esserne fiero….>”