Prendendo posizione a favore della cancellazione del nome del Duca Amedeo d’Aosta dalla intitolazione del liceo scientifico di Pistoia, che un professorino di quella scuola ha avanzato, il prof. Tomaso Montanari ha alzato il tiro chiedendo che vengano cancellati dalla toponomastica italiana i nomi dei Savoia. Montanari non è nuovo alle scorribande  pseudo storiche ad esempio, sulle foibe, oltrepassando la sua competenza di storico dell’arte. Montanari si ritiene una sorta di oracolo della faziosità in ogni occasione disposto a stupire con frasi ad effetto che suscitano le polemiche più aspre. Andrebbe ricordato al Montanari che i Savoia hanno realizzato l’Unità d‘Italia  e sono una dinastia millenaria che ha avuto tanti personaggi importanti, compreso anche qualche santo e beato. Andare a caccia del nome Savoia nella toponomastica italiana significherebbe ghigliottinare la storia italiana. La proclamazione della Repubblica comportò la cancellazione di tanti nomi sabaudi a partire da Torino dove venne eliminata piazza Emanuele Filiberto che fece della città la capitale del Ducato. Benedetto Croce dopo una visita a Torino a cui era legatissimo non solo per ragioni famigliari, scrisse al direttore della “Stampa” Filippo Burzio una lettera di condanna per aver visto lo scempio della storia torinese fatta dal fanatismo giacobino locale. Addirittura arrivarono a cancellare il nome Reale da Venaria, città della Reggia. Si trattò di tentativi maldestri di censurare la storia invece di fare i conti con essa. Montanari con volgare spettacolarità propone una censura che nessun altro aveva mai osato prima. La sua proposta non merita di essere confutata. Anzi vorremmo suggerire allo storico dell’arte di proporre di radere al suolo tutte le residenze sabaude esistenti, come i giacobini tentarono di distruggere l’abbazia di Altacomba, profanando le tombe dei Savoia ivi sepolti. Gente come Montanari non sa neppure chi sia stato il Duca d’Aosta considerato come un grande soldato anche dall’Esercito e dall’Aeronautica italiani di oggi. Abbattiamo  anche i suoi monumenti, anzi cominciamo a far sloggiare il monumento equestre di Vittorio Emanuele II dall’Altare della Patria che forse sarebbe bene demolire come testimonianza patriottarda venerata dai fascisti e da Mussolini. Distruggiamo anche i ponti dedicati ai Savoia perché non basta cambiare loro il nome. Tutte le statue dei Savoia ,magari anche quelle delle due regine nel Santuario della Consolata di Torino, andrebbero rimosse. Prendano tutti esempio dalla città di Chivasso che chiamò piazza della Repubblica, quella intitolata al Padre della Patria. Nell’articolo sul “Fatto” Montanari confonde anche il monumento equestre al Duca d’Aosta che fu re di Spagna con quello del nipote morto in prigionia in Africa, che volle restare fino alla fine con i suoi soldati. Distruggere la storia d’Italia, magari finendo di giustificare le foibe ,non potendo negarle. Il Rettore dell’Università per stranieri di Siena vuole calpestare e far calpestare una storia che nel bene e nel male neppure i suoi studenti stranieri ignorano. Anche se può dargli molto fastidio, Italia e Casa Savoia hanno formato un’endiadi un’endiadi per circa cento anni, un’endiadi scelta dal repubblicano Giuseppe Garibaldi che prestò la sua spada a Vittorio Emanuele per fare l’Italia.