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Non pensavo mai nella mia vita di assistere a tale assurdo “spettacolo”, perché di questo si tratta, il “falso storico” inaugurato pochi giorni fa alla Reggia di Venaria. Ho scritto tantissimo di questo complesso, che contribuii a salvaguardare portando Fassino ed altri politici per convincerli a spendersi per il suo recupero. Non solo, ma come componente della Commissione Urbanistica regionale, bloccai la costruzione di due edifici di edilizia popolare pubblica di sei piani, proprio di fronte alla Reggia. Divenne, mio malgrado, con un faraonico finanziamento, il più costoso cantiere per il suo restauro o meglio in gran parte ristrutturazione perché di questa si trattò. Ingenti e fuori controllo alcune spese, bastava leggere il Bollettino della Regione Piemonte, per rendersi conto di esose consulenze. La più assurda, quella far chiamare dagli USA, pagando ovviamente viaggio ed hotel ma anche una spropositata parcella, i due architetti italiani marito e moglie, colà in vacanza, che avevano disegnato le poltroncine, acquistate mesi prima, per chieder loro come andassero sistemate! Tra le condizioni poi per ottenere il lucroso finanziamento dall’ Unione Europea, c’era quello di farla diventare un Museo, il più imponente della Regione. Qui si pose subito il quesito: ma quale? Non c’erano in Piemonte oggetti sufficienti per “riempire” i 118.000 mq, scartate poi l’ipotesi di trasferirvi il Museo Egizio di Torino in centro città od altri. Si optò per farla diventare, e giustamente, un grande contenitore di mostre ed eventi. La Reggia ha dei costi esorbitanti anche per il numero spropositato di personale e di qui l’ansia dei vari presidenti e direttori a riempire ogni mq di spazio, a volte con mostre improbabili e discutibili, ma molto pop e di facile presa sul pubblico. Altra lucrosa fonte di reddito è quello degli eventi, ma poiché la concorrenza è tanta in una regione ricca di castelli anche privati si deve ricorrere agli effetti speciali. Questa dell’attrazione nuova, è stata la motivazione della stravagante idea della ricostruzione totale di una fontana demolita nel 1711, non per eventi bellici ma per volontà dei suoi stessi proprietari e nuovi architetti come Juvarra, che non la consideravano un capolavoro, tanto che sino ad oggi e prima di questo intervento, se ne conservavano solo i ruderi nascosti dalla fitta vegetazione. Non che alla Reggia manchi la fontana, ad esempio c’è la cosiddetta fontana del “cervo che non c’è” ma forse per competere con le spettacolari ed originali fontane della Reggia di Caserta o Versailles, si è pensato alla ricostruzione totale di vasca, statue ,bassorilievi, mascheroni ed esedra, ovviamente tutto in resina acrilica e solfato di calcio. E si rassegnino, con questo intervento, non ci si avvicina neanche lontanamente agli spettacolari teatri d’acqua delle due Reggie menzionate! In sostanza si è sdoganato disinvoltamente per vanità, il concetto della ricostruzione totale delle rovine, perché di questo si tratta, per stessa ammissione dei responsabili, nella presentazione. Durante l’inaugurazione ed in molti giornali però questo intervento è stato erroneamente definito di “restauro e valorizzazione”. Temo a questo punto nuove americanate, cioè che qualche “mecenate”, suggestionato da qualche architetto visionario, proponga la ricostruzione totale del Foro Romano o di tutte le vestigia sparse per l’Italia. Non scandalizziamoci poi per il Castello del Boss delle Cerimonie o per Caesar hotel di Las Vegas, se la strada è questa ma d’altra parte i responsabili della Reggia avevano dichiarato all’ANSA che il loro modello, erano per l’appunto gli USA. Non si tratta di discutere sul recupero d l’uso del patrimonio architettonico, per il quale mi sono sempre battuta ma di sconfessare tutti i principi della Carta di Atene e Venezia, i principi di Giovannoni e Brandi, non essendoci neanche l’alibi della rifunzionalizzazione. C’è da rilevare che nel solo Piemonte ci sono circa 100 edifici pregevoli bisognosi di restauro, magari solo per rifare il tetto, e con quella somma derivata da “un capriccio”, se ne sarebbero potuti salvare una decina. Favorevole da sempre alla tutela ed all’uso non lesivo patrimonio architettonico e purché il recupero rientri nei canoni della scientificità, sono rimasta molto perplessa di fronte a questa disinvolta operazione. Operazione pensata a fini prettamente turistico/commerciali per agevolare foto da matrimonio, feste ma anche per sede di circoli della caccia e hotel come dichiarato. Tra l’altro non è neanche stata perseguita la logica del “dov’era com’era”, tipo Campanile San Marco, perché insieme alla ricostruzione acrilica sono stati aggiunte moderne cancellate in ferro, un soffitto voltato in legno e pavimentazioni in klinker. In ogni caso tutti entusiasti di questa ricostruzione, che spero almeno venga per onestà verso i visitatori e turisti “venduta ” come nuova e di scrivere che le statue sono fasulle, create con calchi nel 2022! A proposito di notizie false e tendenziose, c’è il tanto reclamizzato bus navetta che dal centro dovrebbe portare alla Reggia, non ha mai funzionato, gli orari denunciati sul sito sono sballati, alcuni giorni fa dopo atteso inutilmente un’ora sotto il sole, ho preso il taxi!