Il 28 giugno verrà inaugurata ad Asti una targa sulla casa natale di Giórgio Faletti, definito “artista eclettico“, omettendo la data di nascita e di morte che in una lapide di quel genere non è cosa opzionale ma obbligatoria perché destinata ai posteri. Anche la definizione di “eclettico“ lascia perplessi perché riduce la portata di Faletti, che si sarebbe limitato a miscelare elementi diversi, senza avere un suo stile. Forse volevano scrivere poliedrico, ma sono inciampati nella scelta dell’aggettivo. La lapide dedicata da Raggi a Ciampi sembra far scuola, anche se qui non si capisce chi sia il promotore della targa in cui manca il tradizionale: “la pose“, come abitualmente si legge in lapidi analoghe. Crediamo che un uomo ironico come Faletti non gradirebbe assolutamente un riconoscimento così pomposo. Sarebbe il primo a sorridere di un’idea un po’ bizzarra, come se ad Asti non bastasse il grande Vittorio Alfieri. Infatti nella cittadina c’è un ricordo che cancella ogni altro: quell’Alfieri poeta italiano e cosmopolita che ha onorato la sua città natale come nessun altro: non a caso “abita eterno“, come scrisse il Foscolo nei “Sepolcri” riferendosi al tempio di “Santa Croce“. Faletti è stato soprattutto un grande artista, i suoi libri sono meno significativi. Asti, e fece bene, gli dedicò comunque la sua biblioteca. L’ho conosciuto, apprezzato, mi ha divertito per tante sere in Tv. Ho sofferto alla notizia della sua morte crudele e l’ho anche ricordato pubblicamente. Era stato molto generoso con me, dicendo parole che non oso ripetere perché troppo simpaticamente elogiative. Più che mettere una lapide insulsa sulla casa natale bisognerebbe far qualcosa di serio per farlo ricordare oltre la cinta daziaria astigiana. In tutta Italia. Antonio Ricci sarebbe il primo a poterlo fare. E’ un personaggio meritevole e anche come scrittore e cantante non è da meno di tanti altri che ostentano un manicheismo politico che è la causa del loro successo e del loro servilismo. Con tanti cantautori che hanno elogiato la trasgressione, la contestazione, la droga, il sesso in tutte le sue declinazioni, ripudiando ogni regola morale, la figura di Faletti brilla nella sua ilarità sempre piacevole e corretta, nella sua moralità di uomo libero e di artista piacevole che non è mai ricorso alla volgarità. Davvero una rara avis, come Bruno Lauzi e Piero Chiara.
Articoli recenti
Categorie
Archivio
- Dicembre 2024
- Novembre 2024
- Ottobre 2024
- Settembre 2024
- Agosto 2024
- Luglio 2024
- Giugno 2024
- Maggio 2024
- Aprile 2024
- Marzo 2024
- Febbraio 2024
- Gennaio 2024
- Dicembre 2023
- Novembre 2023
- Ottobre 2023
- Settembre 2023
- Agosto 2023
- Luglio 2023
- Giugno 2023
- Maggio 2023
- Aprile 2023
- Marzo 2023
- Febbraio 2023
- Gennaio 2023
- Dicembre 2022
- Novembre 2022
- Ottobre 2022
- Settembre 2022
- Agosto 2022
- Luglio 2022
- Giugno 2022
- Maggio 2022
- Aprile 2022
- Marzo 2022
- Febbraio 2022
- Gennaio 2022
- Dicembre 2021
- Novembre 2021
- Ottobre 2021
- Settembre 2021
- Agosto 2021
- Luglio 2021
- Giugno 2021
- Maggio 2021
- Aprile 2021
- Marzo 2021
- Febbraio 2021
- Gennaio 2021
- Dicembre 2020
- Novembre 2020
- Ottobre 2020
- Settembre 2020
- Agosto 2020
- Luglio 2020
- Giugno 2020
- Maggio 2020
- Aprile 2020
- Marzo 2020
- Febbraio 2020
- Gennaio 2020
Contatti
Centro Pannunzio
Associazione culturale libera fondata a Torino nel 1968
Via Maria Vittoria, 35 H
10123 Torino (TO)
Tel 011 8123023
redazione@pannunziomagazine.it
www.centropannunzio.it