Da allievo ideale di Benedetto Croce non sono mai stato favorevole ai Concordati tra Chiesa e Stato , ma da storico so bene che i Concordati hanno costituito un elemento storico ineliminabile . Se ne accorsero Napoleone e Togliatti, per citare due estremi. La cavouriana laicità dello Stato è un valore molto importante, ma il modus vivendi degli Stati, almeno degli Stati europei, ha implicato i Concordati che per altre confessioni religiose oltre la cattolica, si definiscono intese, ma sono dei concordati ad ogni effetto. Fu merito storico di Craxi aver rivisto l’intera normativa. Oggi la Chiesa cattolica richiama il Concordato per il Ddl Zan. Può sembrare un anacronismo o una provocazione clericale ,un attentato alla laicità dello Stato, ma non è così perché il Ddl Zan in alcune sue parti non è accettabile anche senza ricorrere al Concordato, ma richiamandosi alla Costituzione della Repubblica che all’art. 29 parla di famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il vescovo di Ventimiglia mons. Antonio Suetta afferma che il Ddl Zan “sovverte la legge di Dio oltre che quella naturale“. E ‘ difficile dargli torto, come è impossibile, da laici liberali, accettare l’art .7 che sancisce l’intolleranza, impedendo la libertà delle opinioni, in nome del rifiuto della discriminazione sessuale. Esiste già la Legge Mancino che con un leggero emendamento può riguardare anche questi temi. Una legge ad hoc sovverte totalmente un’idea di famiglia che anche tanti laici ritengono non solo accettabile, ma hanno scelto e praticato nella loro vita. Vanno sicuramente tutelate tutte le minoranze anche sessuali, ma queste ultime non possono imporre, ad esempio, nelle scuole partitarie cattoliche la giornata della omosessualità e della transfobia. Anzi, certi temi non debbono proprio riguardare la scuola in generale, ma sono prerogativa quasi esclusiva dell’ educazione famigliare. Alcune anticipazioni della Regione Lazio fanno rabbrividire chiunque sia dotato di buon senso. Altrimenti si rischia un altro intollerabile contributo alla costruzione di un illiberale “pensiero unico“ che sta pervadendo e inquinando la nostra società che non è laica, ma profana, libertina e nichilista. La Chiesa reagisce a colpi di Concordato ma anche i laici liberali, non asserviti al conformismo imperante, devono saper reagire e prendere le distanze da un Ddl di legge che contiene aspetti liberticidi . Chi non ha il coraggio di reagire abdica ai propri doveri di coscienza critica e libera, per allinearsi supinamente ad una legislazione che puzza lontano un miglio di regime. Questa è la differenza tra la laicità liberale e il laicismo giacobino. Il Centro Pannunzio, rispettoso della libertà di coscienza di tutti e rispettoso di tutte le minoranze anche sessuali rivendica il diritto ad opporsi, in nome dell’articolo 21 della Costituzione, ai tentativi maldestri di imporre una vulgata illiberale fondata sull’intolleranza e sull’imposizione di modelli famigliari che i cittadini debbono avere il diritto di rifiutare liberamente senza temere sanzioni penali che apparirebbero ridicole, se non fossero una minaccia alla libertà della manifestazione del pensiero. Come diceva Croce a De Gasperi, c’è ”una civiltà laica o non laica che sia“ che abbiamo il dovere morale di difendere insieme, credenti o non credenti. Uno dei pilastri di quella civiltà è la famiglia fondata sul matrimonio e con figli nati da un rapporto tra un uomo e una donna che sono naturaliter padre e madre della loro prole, senza l’uso di un burocratese anagrafico che molti ritengono una mistificazione terminologica, ma non solo.
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