Quest’anno sono 20 anni dalla scomparsa di Edgardo Sogno, eroe della Resistenza, medaglia d’oro al valor militare.

Ho avuto la fortuna di conoscerlo e di frequentarlo, di essere suo ospite nella bella dimora di via Donati. Era un uomo di grande cultura, di indomito coraggio e di limpida onestà. Purtroppo anche di grande ingenuità e questa ingenuità lo portò a commettere notevoli errori politici.

Nato a Torino, di nobile famiglia biellese, laureato in Giurisprudenza, Lettere e Scienze Politiche, ufficiale di Cavalleria, partecipa alla guerra di Spagna, viene ferito e decorato di medaglia di bronzo. Si avvicina già nel 1940 a circoli liberali antifascisti. Richiamato alle armi con il Nizza Cavalleria, presta servizio in Francia. Ma già ad inizio ‘43 prende parte alle iniziative coordinate da Benedetto Croce e da circoli monarchici per abbattere il regime fascista. Viene infatti arrestato per attività antifascista. Alla caduta del regime l’8 settembre riesce ad impossessarsi nelle caserme di Torino di un notevole quantitativo di armi che nasconde a casa sua , in attesa di organizzare la lotta partigiana.

Entra a far parte del Comitato Militare del CLN in rappresentanza del Partito Liberale, con il nome di battaglia di “Franchi”. E questo sarà il nome della sua formazione partigiana, che risulterà importantissima, sotto l’aspetto militare,  nella lotta contro l’occupante tedesco, organizzando gli aviolanci degli Alleati, oltre ad essere protagonista di molteplici azioni di sabotaggio che entreranno nel mito della lotta partigiana. Sogno diverrà l’interlocutore privilegiato degli inglesi nella Resistenza. Sarebbe oltremodo impossibile sintetizzare tutte le imprese di “Franchi” nella lotta di liberazione, caratterizzate da un coraggio al limite della temerarietà.

Il suo eroismo divenne leggenda. Infatti al termine della guerra venne insignito della medaglia d’oro al valor militare. Nel 1946 si schieraper la Monarchia, organizzando la campagna elettorale di Umberto.

Quindi entra in diplomazia, ma nel 1956 è in missione nell’Ungheria invasa dai Sovietici, per aiutare gli insorti e porli in salvo in Occidente, rischiando , ancora una volta , la vita.

Nel 1967 lascia la diplomazia per la sua contrarietà verso la politica  filoaraba e doppiogiochista di Moro nei confronti degli USA.

Rientra nel PLI, collocandosi alla destra del partito e propugnando la repubblica presidenziale sul modello gollista. La sua posizione, fortemente anticomunista, scatena contro di lui la stampa e parte della magistratura. Viene incriminato per cospirazione politica ed arrestato.

Verrà assolto con formula piena nel 1978.

Proprio per comprendere il suo antifascismo ed il suo anticomunismo, propongo alcuni tratti di una lettera aperta a Ferruccio Parri, comparsa su “Resistenza democratica” nel marzo del 1972.

Ho ritenuto significativo mettere in risalto la concezione di democrazia di SOGNO e, soprattutto, la polemica con Parri, peraltro sempre amichevole. Polemica verso l’uomo che era stato con lui ai vertici della Resistenza, e che Sogno cerco’ di liberare ,con totale sprezzo del pericolo, dal carcere di S.Vittore , mentre  Parri era prigioniero delle S.S.

Eddy Sogno, fieramente anticomunista, collaboro’ con le formazioni Garibaldi, provvedendo sempre a rifornirle grazie ai lanci degli alleati, coordinati dalla sua “Franchi”. Mi disse piu’ volte che durante la Resistenza era stato necessario collaborare con i comunisti. D’altronde egli stimava molto come combattenti le formazioni guidate dal PCI, ritenendole coraggiose e determinate.Mentre era molto critico verso “gli attendisti”, cioè quegli italiani che non si schieravano e aspettavano la liberazione solo grazie alle forze alleate, attendisti presenti anche all’interno del CLN.

Questa collaborazione non gli impedi’ di avversare in tutti i modi, dopo il conflitto, il PCI, in nome di una democrazia liberale che, per lui, non poteva conciliarsi con la presenza di un partito di ispirazione marxista/leninista.

LETTERA APERTA A FERRUCCIO PARRI :

Caro Maurizio, nella nostra giovinezza abbiamo venerato modelli e guide  spirituali. Erano uomini appartenenti alle generazioni piu’anziane nei cui giudizi abbiamo riconosciuto una illuminante superiorità sulle nostre prime intuizioni morali, nel cui pensiero abbiamo sentito una sicura dignità di fronte alla confusione ed alla volgarità delle opinioni correnti. Tu per molti di noi sei stato fra quelli. E di nuovo ci sei apparso un esempio di vita e di azione nel momento discriminante della grande crisi nazionale del’43…..

….Per questo ho sempre provato nausea per i tuoi detrattori in cui confluiva il rancore dei fascisti, la meschinità dei furbi, il cinismo dei faccendieri politici. E per questo adesso mi domando quale sciagurato empirismo possa farti accettare la strategia unitaria con una sinistra intellettualmente disonesta che, in quanto tale, è una falsa sinistra, dimentica che, come è stato detto tante volte, soltanto la verità è progressista e rivoluzionaria.

Se, come credo, hai rappresentato e rappresenti, con pochi altri, quello che io intendo per la coscienza democratica del Paese, è possibile che questa coscienza,unica speranza di arrivare prima o poi ad una Italia meno furba e percio’ piu’ civile, meno egosita e percio’ più libera e più forte, debba naufragare a braccetto del furbismo comunista e della tecnica di propaganda totalitaria?

E’ a un militante del Partito d’Azione, il partito del rigore morale, che io debbo chiedere quale tipo di democrazia si puo’ costruire sulla menzogna? ……Nego pero’ che si possa comunque costruire qualcosa di valido con l’inganno e la frode che è violenza psicologica e morale, sostanzialmente antidemocratica.

…..Come puoi accettare, in omaggio alla strategia unitaria , che si mettano sullo stesso piano i campi di sterminio nazisti, uno dei piu’ grandi crimini della storia, con l’ultima operazione di guerra che ha posto fine al fascismo in Giappone?…..Menzogna per sostenere un’altra menzogna, per collocare l’America, il paese dove si discutono anche le esplosioni atomiche sotterranee, sullo stesso piano della Germania nazista, e contrapporla sfavorevolmente ad una Russia sovietica dove ogni forma di dissenso apre le porte del carcere….

Ti domandi che cosa si possa fare di sensato restando fedeli allo spirito della Resistenza? Rispondo: guardare all’origine di tutta  questa puzza di marcio e di morto che soffoca la nostra vita politica e comprendere che il problema di fondo non è economico, non è amministrativo, non è di regole, di leggi o di riforme, è innanzi tutto di atteggiamento spirituale e morale.

Per questo abbiamo chiamato gli ex combattenti della Libertà, un nucleo relativamente incontaminato in questo generale disfacimento, a criticare una democrazia alla quale certamente non intendono rinunciare, avendo pagato di persona per fondarla, ma che vogliono diversa perché si è troppo allontanata dal modello che si erano proposti. Queste forze partigiane non comuniste sono state accantonate dai politici proprio per la loro naturale tendenza ad esprimere, nel modo più intransigente, il fastidio per il costume dominante, proprio perché si rifiutano di fare il gioco elettorale di questo o di quell’uomo politico, proprio perché hanno una coscienza refrattaria al piccolo cabotaggio e ai piccoli traffici di corrente e di partito. Questa loro idiosincrasia è scomoda e puo’ anche essere giudicata incompatibile con la funzione mediatrice del sistema democratico, ma diviene indispensabile quando, di fronte ad una degenerazione del sistema occorre riportare l’accento sui valori e sulle scelte di fondo. Un discorso con questo accento non può essere fatto che da chi possegga quella tensione morale di cui  tu hai dato l’esempio.

E se, come dici, nulla di solido può essere costruito senza le forze  di sinistra, possiamo sempre trovare una convergenza con quei gruppi e movimenti che, sia pure in un quadro diverso, abbiano le nostre stesse esigenze di onestà democratica e di pulizia morale, ma nulla possiamo trovare in comune col Partito Comunista, che sembra oggi destinato a raccogliere tutto quello che ci ripugna e ci offende, la sfacciata incoerenza su questioni essenziali, come quella del divorzio, l’intrallazzo con la Democrazia Cristiana per inserirsi nell’area del potere, l’abuso della democrazia formale e la sfiducia nella democrazia sostanziale, cioè la sfiducia nel popolo e nelle sue capacità di progresso civile e morale.

Perchè, caro Maurizio, il campo mi sembra piu’ che mai diviso  fra due orientamenti di fondo: da una parte coloro che con noi credono , malgrado tutto, nelle possibilità di creare in Italia le premesse ed il consenso per la vitalità di un regime libero, dall’altra parte coloro che per varie vie sono giunti alla conclusione che nel nostro paese un regime libero e democratico sia impossibile o inadeguato e che sia inevitabile ricorrere o rassegnarsi al compromesso coi fautori  della violenza di parte e della costrizione permanente.