Elementi di spiccato realismo, accompagnati a tratti da note vagamente surreali, costituiscono lo sfondo su cui si dipana la vicenda del recente romanzo “Il pioppo del Sempione” di Giuseppe Lupo, un interessante spaccato su dinamiche e comportamenti di giovani immigrati di varie nazionalità, alunni di una scuola serale della periferia Nord di Milano. Ed è proprio questo l’ambiente in cui s’intrecciano memorie e storie dei vari personaggi, giunti dall’Albania, dalla Costa d’Avorio e dal Sud America. Ognuno di loro con un bagaglio di sofferenza diverso e con l’inevitabile difficoltà di doversi adattare a scenari di vita inediti per integrarsi, con le inevitabili difficoltà della situazione, a forme di vita nuove e certamente diverse rispetto ai propri territori di provenienza. Ma ad un certo punto si affaccia nella classe una figura che diventa il collante, se così si può definire, di mondi ed esperienze di vita così dissimili tra di loro. Si tratta di nonno Paplush, personaggio fortemente carismatico, il quale sedendosi nella prima fila dell’eterogenea classe, inizia a raccontare pagine e tappe importanti del proprio vissuto, ripercorrendo momenti storici e significativi degli anni Cinquanta e catturando l’attenzione dei presenti con aneddoti talvolta sorprendenti e comunque espressione di una stagione storica oramai superata… Ed in particolare, dipanando il filo del ricordo, emerge il rapporto con l’antico pioppo della Corte dei Villoresi, particolarmente significativo nella vita di Paplush. Nei sedici capitoli del romanzo l’autore riesce a tenere desto l’interesse del lettore grazie ad una tecnica narrativa efficace, con l’apertura di digressioni e parentesi che mettono in luce aspetti e situazioni delle varie figure e che finiscono col diventare tante storie nella storia, dando al romanzo il respiro di una narrazione corale. Giuseppe Lupo ancora una volta conferma, come nei precedenti romanzi, le sue doti di scrittore attento al dettaglio e alle sfumature, con un tipo di prosa che si delinea con un respiro crescente e che ci conduce per mano, facendoci penetrare in un mondo a molti di noi sconosciuto, ma ricco di tanta pregnante umanità. E certamente, grazie al racconto di nonno Paplush ed al suo richiamo ai tanti tasselli del passato, Lupo ci regala un testo che oltre ad essere un accattivante spaccato di intrecci e di aspetti psicologici significativi, ha nel contempo tutti i requisiti per essere inserito a pieno titolo nel genere del romanzo storico.
(ANNELLA PRISCO)
Giuseppe Lupo: “Il pioppo del Sempione”
Aboca Edizioni – pag.182 – costo euro 14,00