Sono affermazioni, prese di posizione, postulati che non ammettono replica. Sono impostazioni semplicistiche di problematiche complesse che vengono a dare all’opinione pubblica disorientata e incapace di analisi critica risposte definite, certe, consolatorie ed autoindulgenti. Sono asserzioni di principio che apparentemente non fanno male a nessuno. Si insinuano nel solco del buonismo dilagante, nel filone falsamente libertario. Talvolta sono semplicemente falsità più o meno innocenti e fluide. Ma poi mettono radici, diventano il paradigma col quale confrontarsi, e poi dogma, vangelo inattaccabile, indiscutibile, quasi fosse vero che una scempiaggine ripetuta mille volte diventa una cosa intelligente. Il politicamente corretto è fatto da quelle posizioni che si sposano per pura convenienza e opportunismo acritico di breve respiro, ma che poi diventano guida della propaganda, pensiero dominante, mainstream dell’’informazione e dell’intellighenzia. E a un certo punto ci si trova a esserne prigionieri, si è andati troppo avanti e si è in difficoltà a smontare la costruzione intellettuale/culturale/giuridica che si è creata. Allora diventa la guida delle scelte politiche del Paese e tutti ne pagano le conseguenze. Opporsi alle vulgate politically correct o criticarne il merito non è facile. A poco vale rivendicare libertà di analisi e di opinione. Si viene immediatamente guardati con sospetto, se non messi al bando. A proposito, lungi da chi scrive l’intenzione di voler entrare nel merito delle affermazioni politicamente corrette o meno. Qui è solo l’idea del pensiero unico a essere posta in discussione, e i metodi per la sua imposizione. Perché in effetti taluni insinuano che il politicamente corretto nasconda tecniche di manipolazione della pubblica opinione. E talora qualcuno si permette di criticare i metodi inquisitori e intellettualmente intolleranti dei depositari delle ‘verità’ riconosciute, di denunciare gli eccessi del politically correct – così ad esempio il recente saggio ‘Manifesto del libero pensiero’ di Ricolfi- Mastrocola. Ma poi questi temerari sono regolarmente e inesorabilmente sopraffatti dall’ondata preponderante della correttezza ideologica veicolata dai media, dalla politica, dai sedicenti intellettuali. Del resto è normale che sia così, diversamente non si tratterebbe di politically correct. Rompere il trend è difficile, porre in discussione le cose anche. In politica, alle elezioni, si ricorre a tecniche scopertamente monopolistiche, alla demonizzazione dell’avversario, alla conventio ad excludendum. Rimandando ad altro momento l’analisi esemplificativa di qualche tematica ad alto tasso di pensiero unico politicamente corretto, si vuole qui rimarcare quanto siano a rischio la crescita culturale, sociale, democratica, quando la comunità sa nutrirsi solo di posizioni preconfezionate, condivise da tutti e mai messe in discussione da nessuno. Convenzioni che diventano sostanza, verità incontrovertibili, gabbie, prigioni. Perché il re è nudo, lo vedrebbe anche un bambino, ma nessuno lo dice mai. E così lui stesso finisce per credere di avere indosso le vesti più preziose ….
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