Il Museo degli Innocenti di Firenze accoglie per la prima volta una mostra dedicata dalla capitale fiorentina ad Alphonse Mucha, il più importante artista ceco, padre dell’Art Nouveau e creatore di immagini iconiche, con oltre 170 opere.
L’esposizione, apertasi il 27 ottobre scorso, rimarrà visitabile fino al 7 aprile prossimo.
Alphonse Mucha nacque nella Repubblica Ceca, nel 1860, a Ivancice. Era un fervente patriota e sostenitore della libertà politica dei popoli slavi e si dedicò all’arte, trasferendosi poi a Parigi nel 1887, dove affinò la sua arte e incontrò la donna che cambiò la sua vita, Sarah Bernhardt, l’attrice più bella e famosa dell’epoca, che affidò a Mucha la sua immagine rendendolo popolarissimo.
Da qui sarebbe nato il mito delle ‘donne di Mucha’ e le aziende iniziarono a contenderselo per reclamizzare i propri prodotti quali il cioccolato Nestlé, lo champagne Moet &Chandon, sigarette, birra, biscotti, profumi.
Mucha non dimenticò, però, il suo impegno patriottico e sociale, tornando a Praga nel 1910 e dedicandosi per quasi venti anni a quello che rimane il suo più grande capolavoro, l’Epopea Slava, opera di colossali dimensioni composta da venti enormi tele in cui racconta i principali avvenimenti della vita slava.
Parigi tra fine Ottocento e inizio Novecento era considerata il centro del mondo dell’arte. Era il periodo della cosiddetta Belle Epoque e, anche per merito di Sarah Bernhardt, sarebbe diventato il più famoso e conteso artista dell’epoca.
Le sue opere, le sue illustrazioni, i poster teatrali e la nascente pubblicità saranno accessibili a tutti. Con lui nasce una nuova forma di comunicazione. La bellezza di fanciulle in fiore, ritratte in una commistione tra sacro e profano, voluttuose e seducenti figure, veniva rappresentata con uno stile compositivo unico, definito “stile Mucha”.
La mostra è promossa dalla Fondazione Mucha e in Your Event by Cristoforo, curata da Tomoko Sato, con la collaborazione di Francesca Villanti. Il patrocinio è del Comune di Firenze e dell’Ambasciata della Repubblica Ceca. A dedicare la mostra sono Arthemisia e il Museo degli Innocenti.
Il percorso espositivo è diviso in sei sezioni e propone un viaggio cronologico e tematico nell’arte di Mucha suggerendo anche una riflessione sul suo talento e sul grande lavoro di ricerca e di riflessione che ha accompagnato l’evolversi della sua opera. L’artista ceco riteneva che l’arte non dovesse limitarsi ad essere piacevole alla vista, ma dovesse essere in grado di comunicare anche un messaggio spirituale e elevare gli spettatori.
Il suo genio ha saputo anche coniugare magistralmente la bellezza dell’arte con un profondo impegno sociale. Molti dei suoi lavori riflettono, infatti, l’importanza femminile nella società e promuovono, con una modernità assolutamente inedita, l’eguaglianza di genere.
Una riflessione che si lega con la storia e la missione portata avanti dall’Istituto degli Innocenti di Firenze, che da secoli si distingue per la sua capacità di coniugare la bellezza dell’arte a un fervente impegno sociale a favore della donna e dell’infanzia.
Il Museo degli Innocenti si presenta come un luogo ideale per ospitare questa rassegna che evidenzia la modernità con cui Mucha propone una nuova visione della donna a cavallo tra Otto e Novecento, mettendo in risalto la modernità delle pratiche di cura verso gli ospiti che l’Istituto degli Innocenti ha adottato in quel periodo.
La mostra non solo celebra l’eredità di Alphonse Mucha, ma offre uno sguardo appassionato e appassionante sui legami intrinseci tra la sua visione di avanguardia e la contemporaneità delle pratiche di cura dell’Istituto degli Innocenti, in un periodo in cui stava mutando il ruolo della donna e la sua percezione nel mondo di allora.
La prima sezione della mostra è tutta dedicata alle donne, il fulcro dell’arte di Mucha. I manifesti pubblicitari dell’artista ceco sono accattivanti, riconoscibili e alla portata di tutti. Dalla rassegna emerge come Mucha abbia tratto ispirazione dall’arte rinascimentale, una tradizione artistica che trova un custode nobile nell’Istituto degli Innocenti, opera del Botticelli.
Un’altra sezione è dedicata alla cultura bretone e agli anni che l’artista trascorse in Francia. I viaggiatori che Mucha incontrò in Bretagna sono documentati da numerosi schizzi e fotografie dei paesaggi e della cultura popolare locale, in particolare dei diversi stili decorativi e costumi popolari tipici. Le immagini bretoni folkloristiche sono soggetti iconici anche di molti altri pittori, come Paul Gauguin, con cui Mucha aveva un legame particolare, profondo.
Le vere e proprie icone dell’Art Nouveau sono i manifesti pubblicitari, cui è dedicata un’Intera sezione della mostra.
Mucha nell’arco di venti anni realizzò circa 120 manifesti pubblicitari, divenendo il principale esponente della cartellonistica, nonché il grafico più richiesto e copiato della Parigi di fine secolo. A prescindere dal tipo di oggetto pubblicizzato e reclamizzato, esso passa in secondo piano perché a emergere è una fanciulla elegante e idealizzata.
Tra gli altri focus della rassegna quello dedicato all’Epopea slava, un monumentale capolavoro di Mucha, che contiene un messaggio messianico che invita il popolo slavo a imparare dalla propria storia. In quegli stessi anni si occupa di altri progetti pubblici tra cui la decorazione degli interni del municipio di Praga, il disegno di una vetrata artistica per la cattedrale praghese di San Vito e poster per vari raduni ginnici panslavi.
La quinta sezione della mostra è un omaggio allo stile “Mucha”. Sono esposte stampe decorative, calendari, cartoline, oggettistica, riprodotta in molte riviste d’arte sia in Francia sia all’estero. Lo stile Mucha influenzerà l’Esposizione Internazionale di Parigi del 1900, evento cui partecipò anche l’ospedale degli Innocenti grazie a una campagna fotografica affidata allo studio Brogi. In quell’occasione vinse il Grand Prix della giuria e la medaglia d’oro come miglior brefotrofio d’Europa.
A margine della mostra una sezione, di non minor importanza, è dedicata allo sviluppo del linguaggio artistico nel nostro Paese, un omaggio al fiorentino Galileo Chini, uno dei maggiori esponenti dell’art nouveau in Italia.
Museo degli Innocenti
Piazza della SS. Annunziata 13 Firenze
Orario di apertura tutti i giorni dalle 9.30 alle 19