La Basilica sulla collina di Torino non è solo un simbolo della città , voluta dal re Vittorio Amedeo II per onorare il voto fatto per impetrare dalla Madonna la vittoria sui Francesi nel 1706. La sua cripta divenne il luogo di sepoltura di Casa Savoia dopo Altacomba e la Sacra di San Michele. Tra gli altri è sepolto re Carlo Alberto e tanti principi illustri della dinastia. Quindi non è solo luogo religioso in senso stretto, ma rappresenta una storicità che resta cara a molti Italiani. I Servi di Maria che dal 1964 hanno in custodia la Basilica non sono più in grado di ottemperare al loro compito per mancanza di vocazioni. L’arcivescovo di Torino in regime di prorogatio per aver superato i 75 anni oltre i quali si sarebbe dovuto dimettere, ha pensato di affidare non ad un ordine religioso la basilica, ma all’associazione del Sermig che ha in un ex impiegato di banca, il signor Ernesto Olivero, il suo fondatore, capo ed ispiratore dai primi anni 60. Olivero prese l’Arsenale di Torino in disuso e lo trasformò nell’Arsenale della pace. La sua scelta è sempre stata totalmente lontana da Casa Savoia, anche se per tanti versi il Sermig è degnissimo e molto rispettabile. Raccoglie le simpatie soprattutto di tutte le sinistre cristiane che vedono in quelle mura un sacrario per le loro idee. Per fortuna l’arcivescovo non ha pensato a don Ciotti e al gruppo Abele che sarebbe stato sicuramente e dichiaratamente avverso alla storia sabauda. Continuano ad andare a visitare Superga tanti italiani attratti da quella storica cripta. La Basilica stessa è un monumento sabaudo. C’è da domandarsi come verranno considerate quelle memorie storiche da persone che sono per scelta del tutto digiune di quelle vicende che magari identificano erroneamente con delle tradizioni guerrafondaie da dimenticare. Da parecchie città italiane e da numerose associazioni patriottiche si è levata la preoccupazione per il futuro di Superga. Torino conserva anche la Sindone che l’ultimo Re d’Italia ha donato al Papa. Torino anche come immagine turistica è – piaccia o non piaccia – città sabauda. E’ bene subito ricordarlo ad Ernesto Olivero e ai suoi seguaci.
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