A Biella è in atto una diatriba tra il sindaco e alcuni cittadini per l’intitolazione della Biblioteca Civica. Il sindaco la vorrebbe dedicata, su richiesta dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, al fondatore e primo direttore de “La Stampa”, Alfredo Frassati. Una decisione che ha suscitato non poche perplessità nella stessa Giunta di centrodestra e provocato la contrarietà degli studiosi e degli appassionati di storia locale. Nulla da eccepire su Frassati – obiettano gli oppositori della proposta – nato a Pollone (Biella) il 28 Settembre 1868, editore, giornalista, antifascista, senatore del Regno d’Italia e della Repubblica italiana e soprattutto papà del più noto Pier Giorgio, proclamato beato nel 1990 da papa Giovanni Paolo II: ci mancherebbe!, ma che cosa c’entra, si domandano, con la biblioteca? L’edificio è stato inaugurato nel 1930 per ospitare la GIL – Gioventù Italiana del Littorio. Nel dopoguerra fu prima destinato a palestra, successivamente a scuola e, prima della trasformazione in biblioteca, divenne sede di un prestigioso istituto musicale. Ha la caratteristica facciata ispirata alla M mussoliniana e l’Assessore alla Cultura dell’epoca, oggi sottosegretario, ebbe l’idea del recupero per ospitare – trasferendoli da un palazzo inaugurato nel 1932 – 260mila volumi. Un’operazione meritoria, dal vago sapore nostalgico sussurrano i maligni, aperta al pubblico nel 2016, da un sindaco di … centrosinistra. Non è infrequente che un’opera iniziata con una maggioranza finisca per essere ultimata da un’altra, di segno politico opposto. A chi intitolarla? Nonostante gli sforzi per giungere ad una decisione condivisa, non se ne fece nulla e i biellesi continuarono a chiamarla con il nome comprensivo di “Biblioteca Civica”, come sempre avevano fatto prima del trasferimento. Possibile che non ci sia un nome che possa mettere tutti d’accordo? In realtà, un nome ci sarebbe, sostengono gli addetti ai lavori, giustificato dalla biografia del personaggio. Si tratta dello studioso cuneese (perbacco, non è “dei nostri”) Alessandro Roccavilla. Le opere da lui pubblicate colpiscono per la profondità degli argomenti trattati e per la meticolosità del lavoro svolto a favore della cultura biellese. E’ stato direttore della biblioteca, ha promosso la fusione con quella del locale Liceo Classico, del quale è stato preside dal 1924 al 1928, fu direttore de “La Rivista Biellese” nel 1922 e nel 1905, edito da Rinaldo Allara, pubblicò uno straordinario volume: l’Arte nel Biellese. Un libro ormai raro che ci consente di conoscere, attraverso decine di fotografie, opere d’arte poco note o addirittura scomparse, custodite nelle chiese biellesi e nelle dimore nobiliari. Cosa ne sarà della “Civica” lo sapremo presto, temiamo non senza ulteriori contrapposizioni. Infatti, non solo il Roccavilla è “forestiero”, essendo nato a Moretta (CN) il 13 Marzo 1865, ma ha il “torto” di essere deceduto, nel 1929, a Sarre (AO), dove ricoprì la carica di sindaco e dov’è sepolto.
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