Non sono una glacialoga né una climatologa e detesto i tuttologi, però una considerazione di buon senso consentitemi di farla. In estate hanno sempre sconsigliato le escursioni vicino ai ghiacciai, quest’anno poi che le temperature ferragostane sono iniziate a fine maggio, un po’ di sana prudenza andava usata. Uno dei tanti esperti interpellati ha detto una, se vogliamo, banale verità,” è come lasciare di questi tempi aperto il freezer in cucina “. Prima si scioglierà il ghiaccio, poi l’acqua cadrà insieme ai surgelati posizionati uno sull’altro in verticale. A me è capitato non chiudere bene lo sportellino e tornando alla sera a casa trovarmi tutti i cibi per terra… Se poi pensiamo all’insensato disboscamento di interi versanti, eliminando l’azione meccanica di contenimento e di riparo dal vento esercitata dagli alberi, si è facilitata l’insorgenza e la progressione delle valanghe, per lo meno sino ad una certa altitudine. Questo processo è iniziato negli anni 70, per favorire lo sviluppo del turismo sciistico, se pensiamo poi alla speculazione edilizia di Sauxe d’Oulx e Cervinia, ci rendiamo conto di cosa stiamo parlando. È evidente che la fitta vegetazione, appena al di sotto dei ghiacciai, avrebbe potuto non contrastare la caduta rovinosa di una porzione abnorme del ghiacciaio ma la sua azione nel tempo avrebbe potuto monitorare la situazione. Non solo ma la malaugurata moda, da alcuni anni in qua, di sfruttare un modo alternativo il periodo estivo con escursioni sui ghiacciai, ha comportato già nel passato diverse sciagure, anche se di proporzioni diverse da quest’ultima sulla Marmolada. Tragedia che non ha impedito, due giorni dopo, ad incauti, per usare un eufemismo, escursionisti di provare l’ebbrezza del pericolo. Ricorda questo atteggiamento quello degli sciagurati che con il mare agitato si tuffano, ritenendosi surfisti estremi. Anche qui c’è scarsa educazione e cultura della Bellezza, quanto di più esaltante è compiere tranquille passeggiate, cogliendo scorci panoramici, le gradazioni di colore della flora alpina, godere delle albe e tramonti, scoprire l’architettura di pietra e legno, anziché esercitarsi in azioni insensate? Sindaci, esperti, veri amanti della montagna dovrebbero riflettere e far riflettere.
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