Tra i problemi della pandemia e dei vaccini che non vengono distribuiti si è quasi mascherato il problema della scuola che appare del tutto assente. Solo il presidente Draghi qualche volta lo richiama nei suoi discorsi.
Il “Corriere della sera“ ha dedicato il suo titolo di apertura alla scuola, riferendosi alle possibili bocciature anche di fronte ad un anno scolastico caratterizzato da un insegnamento anomalo in Dad. Non si è’ rivelato in grado di dimostrare un interesse per la scuola che andasse oltre il tema delle bocciature degli allievi, tema quest’anno del tutto marginale e che rivela la tendenza di gettare sulle spalle di docenti e dirigenti responsabilità che non sono loro. Infatti professori e presidi sono le vittime di un apparato scolastico inciampato che non ha saputo reagire. Siamo alla vigilia di Pasqua e ci sono regioni che vorrebbero riaprire le scuole per pochi giorni prima delle vacanze” agli arresti domiciliari” di genitori e figli. Un segnale demagogico di scarsa intelligenza. Azzolina ,per grazia di Dio, è stata allontana dopo che ha provocato gravissimi danni alla scuola, ma il nuovo ministro non appare migliore. E’ un provinciale ferrarese adatto al massimo a fare l’assessore e bere Sangiovese con gli amici , come lo rappresenta Crozza in modo un po’ troppo severo e grossolano, ma abbastanza veritiero. Ministri così sono stati la rovina costante della scuola italiana: pensiamo alla Fedeli o al fascista De Vecchi. Ci sono stati esempi nefasti in tutti gli schieramenti politici, a partire dalla DC che per decenni ha monopolizzato la Minerva.
Infatti invece di affrontare di petto la situazione di una scuola che di fatto è rimasta quasi sempre chiusa , oggi ci si balocca sul tema che a molti genitori sta più a cuore ma che appare del tutto marginale :si può con la Dad continuare a bocciare? E i presidi già temono ricorsi al TAR e rilasciano preoccupate dichiarazioni in proposito. E’ mai possibile che anche in tempo di pandemia non si sia almeno recuperato un minimo senso di serietà?
Quest’ anno va considerato un anno irrimediabilmente perduto. Possono anche regalare, senza problemi ,a tutti la promozione ,ma il lavoro non fatto, lo studio episodico ed approssimativo senza verifiche serie ed adeguate, il pressappochismo e anche la demagogia di certe proteste studentesche restano e mostrano ancora una volta che la scuola italiana ,così come è, non va. Le modalità previste per gli Esami di Stato di cui si vocifera, appaiono da repubblica delle banane. Il ministro tace e forse in certi casi è meglio tacere che dire le sciocchezze della Azzolina .Ma anche questo è paradossale perché un ministro deve agire e andava scelto tra le persone esperte che non necessitano di rodaggio. Appare in ogni caso sconcertante che il maggiore quotidiano italiano abbia dedicato il suo titolo di prima pagina alle possibili bocciature. E’ la scuola che andrebbe bocciata insieme ai suoi ministri e a una buona parte di dirigenti che non hanno saputo garantire la sicurezza necessaria alle lezioni in presenza. Oppure andava detto e scritto che ci hanno preso in giro, sapendo già in partenza che pandemia e scuola in presenza erano e sono incompatibili, come hanno subito capito i rettori di Università. Questi mesi che ci separano dalla fine dell’anno non bastano per sanare una situazione totalmente compromessa. La sola parola recupero in un scuola seria evoca il facilismo e
l’improvvisazione dei recuperi settembrini dei debiti dopo che vennero aboliti gli esami di settembre. Non hanno saputo neppure trovare locali in disuso per fare lezione in ambienti diversi dalle aule. Alcuni pensavano che bastassero i cortili degli istituti ,senza considerare i problemi che provoca l’inverno. Si potrebbe fare un volume con tutte le dichiarazioni sciocche che abbiamo letto sui giornali da giugno 2020 in poi. I professori hanno vissuto più di altri le difficoltà , alcuni sono stati capaci di superarle ,altri si sono rivelati inadeguati. Far lezione in Dad è molto diverso e molto più difficile ,ma chi sa far lezione se l’è cavata. I docenti acquisiti senza concorsi seri e selettivi che occupano un posto per ottenere uno stipendio ,più che una cattedra da cui svolgere un lavoro del tutto atipico che richiede cultura e vocazione, hanno rivelato i loro limiti che restavano entro i quattro muri delle aule. E non ci sono stati tentativi seri neppure per instradare i professori alla Dad forse perché mancavano anche i formatori . Quando non si sapeva più andare avanti, cadeva miracolosamente la connessione e la faccia era apparentemente salva. Vogliamo cercare di pensare seriamente a cosa fare per settembre 2021? Vogliamo affrontare il problema dei trasporti in modo consono e pensare ad una vera rimodulazione degli orari scolastici, riprendendo i doppi turni che si fecero negli anni ‘70 del secolo scorso per mancanza di aule? I doppi turni non crearono problemi insormontabili neppure negli istituti tecnici dove c’erano le ore di laboratorio. Questo, di fatto, è il secondo anno perso. Una situazione che non ci fu neppure durante la seconda guerra mondiale. un qualcosa che supera anche le occupazioni e le proteste sessantottine. Un segno negativo che resterà nella formazione dei giovani che non debbono tuttavia farsi passare per vittime perché c’è gente che ha già perso il frutto di una vita di lavoro ed ha perso il senso stesso della propria vita. Infatti anche durante la chiusura degli edifici scolastici non vige il divieto di leggere, di studiare, di far lavorare il cervello. Può sembrare un discorso banale, ma non lo è perché bighellonare significa dimostrare di non sapersi rapportare con le difficoltà della vita. Molti giovani che amano la vita facile ,gli “sdraiati”, come ha scritto un uomo di sinistra come Michele Serra, hanno purtroppo confuso la pandemia per una vacanza prolungata molto speciale e si sono lasciati andare alle movide e agli assembramenti più irresponsabili nelle piazze e persino davanti a scuola: un contributo irresponsabile all’aggravamento della situazione che non può passare sotto silenzio. Una situazione di cui sono ampiamente responsabili le famiglie e gli stessi educatori che hanno vezzeggiato figli e allievi per non aver grane o per dar corso a idee neo- roussouiane che privilegiano il facilismo libertario sull’onda dei vecchi slogan di un ‘68 che non muore mai soprattutto nella borghesia. Chi pagherà di più il conto della scuola sospesa saranno i figli della povera gente ,ma questo è un vecchio discorso che parte da quando la scuola di Stato non è più stata in grado di offrire i servizi sanciti come diritti dalla Costituzione. Il Centro Pannunzio che è nato nel 1968 anche a tutela della serietà della scuola, sente il dovere di denunciare una situazione intollerabile, segnalando al Presidente della Repubblica e del Consiglio una realtà che fa rigirare nella tomba i grandi uomini di cultura che hanno creato la scuola italiana da De Sanctis a Gentile.
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