Negli ultimi anni è stata forte la spinta all’incontro fra domanda e offerta politica di una terza forza moderata, laica, europeista, liberaldemocratica e liberalsocialista, ambientalista.

   Tante e note le condizioni per incontrarsi ma la domanda popolare non ha mai ottenuto un’offerta unitaria.

   Negli ambienti politicizzati si sono registrati significativi spostamenti in direzione di questo potenziale soggetto politico che in realtà è poi abortito.

   Debole anche la capacità di dialogo con il Partito Democratico, ma per la verità la debolezza è stata ed è bidirezionale.

   Oggi in prospettiva delle Elezioni Europee due raggruppamenti moderati, Azione e Stati Uniti d’Europa, danzano sulla soglia del 4%, al di sotto di questa soglia la legge elettorale nega la rappresentanza al Parlamento Europeo. Frequente e pubblico lo scambio di insulti fra personalità politiche di indiscutibile caratura, gente indubbiamente sincera e sanguigna.

   Si noti che i due gruppi uniti rappresenterebbero ben più dell’8%, essi attingerebbero voti da diversi altri partiti politici e soprattutto dal mondo del non voto.

   La cosa continua ad abortire per le note vicende egotiche intorno ai personaggi Renzi e Calenda, entrambi i loro raggruppamenti escono penalizzati da questa situazione, gli elettori non credono a personaggi politici che antepongono sfacciatamente i profili personali agli interessi del Paese.

   Chi scrive fa parte di questa schiera, francamente a queste condizioni non me la sento proprio di esprimere un voto in prospettiva totalmente a rischio.

   C’è poi da non dimenticare un altro elemento respingente, forse secondario ma credo fino ad un certo punto: il coinvolgimento ambientale, il contatto fra il soggetto politico e la gente, l’opportunità di un contatto con sedi e dirigenti locali di questi raggruppamenti.

   Si ha la sensazione che la proposta elettorale consista in una mera richiesta di voto, di esclusiva vendita di un prodotto elettorale.

   Ho ricevuto diversi segnali di interessamento alla mia persona, accompagnati da comportamenti che sembrano dire nei fatti “Ci inconteremo, presto ci incontreremo!” ma gli incontri non avvengono ed io, come molti, non sappiamo che aria si respiri in questi ambienti.

   Delle due l’una, o forse entrambe: si tratta di caste chiuse che temono contatti diretti, in particolare con personalità che vengono viste come competitors della vita politica (il mondo è cambiato anche in questo: una volta i partiti politici andavano a caccia di teste pensanti); si tratta di scatole vuote, di vita essenzialmente virtuale, di ristretti comitati elettorali.

   Insomma non ci sono condizioni utili per andare a conoscere questa potenziale realtà di un soggetto politico con le caratteristiche sopra decritte e con il dovuto senso di affidabilità che anche chi vende frutta e verdura deve saper trasmettere alla propria clientela.

   Peccato l’Italia ne avrebbe assoluto bisogno.