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Ci siamo spessi intrattenuti sulla politica filatelica delle poste italiane, in senso critico e negativo ed anche il programma del 2021, il cui elenco è ancora limitato al primo semestre della annualità, non fa che confermarci nei nostri precedenti giudizi. Pensare a 40 emissioni per un totale di 73 francobolli, tenendo conto di quelle con più esemplari, e quindi con un costo che sfiora i 100 euro per un solo francobollo ad emissione, ai quali aggiungere eventuali buste primo giorno, cartoline “maximum” non spinge certo nuovi collezionisti ed allontana i più anziani, anche tenendo conto di altre incongruenze nelle date degli argomenti celebrati ed in molti casi sulla opportunità o necessità degli argomenti stessi. Anniversari di 120 anni, altri di 60, di 40 e di 20, oltre ai classici cinquantenari o centenari o pluri, vedi a settembre il doveroso settimo centenario dantesco, non fanno che aumentare le emissioni per le quali debbono per forza esistere delle lobby che spingono le poste a programmare il ricordo di eventi, località, associazioni, persone di secondaria importanza, o non riguardanti l’Italia. Veniamo così a due francobolli , uno in uscita il prossimo 10 maggio, l’altro ancora a data da precisare, inseriti nella Tematica dello “sport”. Veniamo perciò ai francobolli per Maradona e per Kobe Bean Bryant. Che Maradona sia stato un giocatore del Napoli dal 1984 al 1991 non è dubbio, che la sua presenza sia stata determinante nella conquista dei due primi ed unici scudetti del Napoli, nelle annate 1986-87 e 1989-1990 è altrettanto indubbio, che abbia lasciato un grande ricordo e nostalgia nei tifosi del Napoli è ancor più indubbio, ma cosa tutto questo c’entri con le poste italiane è dubbio. Maradona è argentino, di padre argentino e non un italo argentino come sono stati numerosissimi altri calciatori sbarcati in Italia dove poi rimasero. Maradona terminato il suo contratto con il Napoli è tornato nella sua patria d’origine e della sua vita successiva è meglio non parlare, perché dopo la sua morte il 25 novembre scorso, se ne è parlato anche troppo e non in termini edificanti, perché certe simpatie per la droga risalivano anche a quando era in piena attività calcistica, venendo anche squalificato per doping. Quindi che sia stato un grande “goleador” anche questo è indubbio, ma non essendo italiano, né un esempio di vita per i giovani, non vediamo perché celebrarlo. I tifosi napoletani facciano quello che vogliono, gli intitolino lo stadio depennando San Paolo non l’approvo, ma è cosa loro (?), che si affollino (?) il 10 maggio allo sportello filatelico di Napoli, facendo migliorare il bilancio delle Poste, ma egualmente trovo che questa celebrazione non andava fatta. Ma alle poste non bastava l’argentino Maradona, per cui hanno trovato che era da celebrare un altro grande giocatore, non italiano, questa volta un asso del basket statunitense, forse il migliore giocatore del loro campionato NBA, Kobe Bean Bryant, mancato il 26 gennaio 2020, in un tragico incidente aviatorio. Perché la celebrazione per un atleta che non ha mai giuocato in una squadra italiana? Forse perché dai 6 ai 13 anni, dal 1984 al 1991, ha vissuto in Italia, seguendo il padre, cestista e giocatore in diverse squadre italiane, per cui se rimase innamorato del nostro paese, e non è il solo, né il più importante, non possiamo che esserne lieti, ma non vediamo motivo sufficiente per dedicargli un francobollo. Oltre tutto al normale utente filatelico potrebbe non essere chiaro il motivo della celebrazione, per il quale sarà necessario l’acquisto del bollettino illustrativo, e leggerne la motivazione probabilmente scritta da qualche esperto del basket, o dirigente della Federazione Italiana Pallacanestro di cui ricorre il centenario, in questo caso, giustamente ricordato, con altro francobollo, dalle stesse Poste.