Un ignorante Usa, lo psicologo George Weinberg, coniò per primo il termine “omofobia”, divenuto oggi pane quotidiano. Weinberg, digiuno di cultura classica, ignorava che il prefisso “omo” (dal greco “ὁμός”) significa esattamente l’opposto (omonimia, omologo, omozigotico, omosessuale), indicando ciò che è uguale, simile, identico. Insomma, “omofobia” dovrebbe significare “paura del proprio simile”, non del “diverso da te”. L’ignoranza di Weinberg, inoltre, attraverso la rozzezza politicante della psicopolizia, ha prodotto pazzeschi esiti forcaioli, giacché le “fobie”, essendo classificate come disturbi d’ansia, rientranti, quindi, nelle patologie mentali, dovrebbero essere curate da medici specialisti, non sanzionate dalla polizia e dalla magistratura. Aveva ragione mio nonno, saggio askenazita, che mi avvertì: l’ignoranza è un’arma letale.